Sipario!

Se l’anno scorso posso dire che è stato l’anno dei film (visto che ho regalato un sacco di soldi al cinema…), quest’anno pare che sarà l’anno del teatro. Oddio, non che siano passati già mesi e mesi dall’inizio del 2009, quindi non è che proprio abbia la certezza matematica di quanto sto dicendo, ma, visto che questo mese sono stata a teatro già due volte, mi posso solo augurare che riesca ad andare a teatro un po’ più spesso di quanto abbia fatto in questi ultimi anni. Augurandomi che queste non siano le classiche ultime parole famose, ovviamente.

Dicevo, in queste ultime due settimane sono stata a teatro ben due volte: la prima, due sabati fa, per assistere a una commedia in dialetto bitontino, (U Presépie de Vetucce u varviire, per i non pugliesi "Il presepe di Vituccio il barbiere); la seconda sabato scorso per poter ammirare una nuova versione di Molto rumore per nulla di William Shakespeare, messo in scena da Gabriele Lavia.
La commedia diretta da Muschitiello, ad essere sincera, non era minimamente in programma; tuttavia, la mamma di Francesco, quando si è trovata un biglietto libero per una serie di (s)fortunati eventi, mi h chiesto se mi andasse di andare con lei. Non c’è bisogno che aggiunga che ho accettato immediatamente l’offerta.
Era dalle scuole medie che non assistevo a una commedia in dialetto e ne sono rimasta entusiasta: come Muschitiello, anche io sono favorevolissima alla conservazione di queste tradizioni locali, che spesso molti miei coetanei dimenticano: amo i modi di dire, adoro quelle tradizioni a volte anche un po’ sciocche, prive di fondamento logico e scientifico. Perciò visto che conosco il bitontino come l’italiano, che lo capisco e lo parlo, soprattutto con quel ramo più anzianotto della famiglia, non ho avuto alcuna difficoltà a capire le parole, i modi di dire, le allusioni, che a un orecchio non proprio esperto – anche se conosce il dialetto per sommi capi – non sarebbero mai chiari. E infatti, colui che tra noi non ha capito molto, è stato proprio il padre di Francesco che, poveretto, non essendo del posto e conoscendo poco il dialetto, ha capito solo qualcosa, anche se, a detta sua, si è divertito molto ugualmente.

Per quanto riguarda Molto rumore per nulla, invece, il caso ha avuto un ruolo molto meno determinante: semplicemente, mi è arrivata una newsletter sugli spettacoli in programma al teatro esattamente il giorno dopo in cui mi sono iscritta al servizio e, appunto, citava lo spettacolo di Lavia.
Ora, per chi non lo sapesse, io AMO Molto rumore per nulla: adoro Benedetto e Beatrice e i loro screzi, adoro la loro ironia, adoro il modo in cui Shakespeare li descrive… sia io che mia sorella la amiamo così tanto che ci siamo viste il film di Branagh due volte in una settimana e almeno altr due versioni teatrali. E, ovviamente, non ci siamo volute perdere anche questa.
Per quanto mi riguarda, poi, un forte impatto ha avuto anche la presenza di Lavia come regista. Erano anni che non assistevo a un suo spettacolo, precisamente dal 2000, quando, a Siracusa, al teatro greco, portò in scena l’Edipo Re: non ricordo molto la resa scenica, solo che mi piacque tantissimo. Anche questa volta, in ogni caso, non mi ha deluso. La storia è ambientata a metà tra una Messina dell’epoca e una moderna, con abiti lunghi tipici a volte indossati, a volte solo appoggiati, a volte senza; le scenografie erano portate e tolte di volta in volta dagli attori stessi, davanti a noi, a sipario aperto, un po’ come aveva insegnato a noi Arcangelo: fare teatro, anche in queste scene. Ho riso come una pazza, per alcune scene, come ogni volta che le vedo, e a fine spettacolo ero più che soddisfatta e ben felice di non essere stata costretta a restare a casa, visto che dalla mattina avevo un mal di testa così forte che non ero stata in grado di alzarmi da letto prima delle tre del pomeriggio.

Domenica, visto che ero in vena di visioni, mi sono finalmente vista tutto il film finale di Hana Yori Dango andato in onda qualche tempo fa nei cinema giapponesi.
Devo davvero dire cosa ne penso? Beh: a confronto delle prime due serie regolari, questo film è una vaccata totale; e se ve lo dice una che ha trovato pietosa la seconda serie, immaginate quanto mi abbia fatto schifo. Due ore in cui ho sbadigliato dall’inizio alla fine, pregando che finisse il prima possibile, con una trama ai limiti dell’idiozia umana (come si fa a farsi fregare una tiara a più di 40 piani d’altezza? Come??? E come fanno i tre, in tutta Las Vegas, a beccare proprio il punto io cui sono i due amici?) e con un finale così scontato che l’avevo intuito fin dal furto della tiara. E se penso che questo film è stato il più visto, dopo Ponyo di Miyazaki (che, va detto, ha uno scarto davvero altissimo), mi sento anche peggio: de gustibus vorrei dire, ma non riesco ad autoconvincermene.

Sappiate che FORSE quest’anno il mio account di storie sui vari siti potrebbe diventare molto più corposo. Questo perché, prima volta nella storia di Criticoni, ho deciso di partecipare a questa iniziativa: la presenza di prompt della mia adolescenza è stata solo la spinta finale: in realtà l’ho vista come un’ottima scusa per finire vecchie storie e sfruttare le nuove idee che continuano a ronzare in testa, sperando che ne esca qualcosa di decente. La prima tanto decente non mi pare, ma va beh, visto che il termine ultimo è il 6 giugno, aspetto a pubblicarla in attesa che mi venga un’idea un minimo carina per renderla almeno presentabile. Quindi, immaginate pure in che condizioni è la mia testa, tra idee diversissime, concetti di informatica ed epigrafia! XD
Def, se vengo ricoverata d’urgenza è colpa tua, sappilo! u.u

7 Risposte a “Sipario!”

  1. Mi vergogno come un cane a leggere da sola ciò che scrivo, figuriamoci farlo leggere! XDDD

    Ma potrei provarci se faccio per tempo XD

    D’altronde ho suonato pianoforte per tipo 5 anni, potrei capire un po’ nodame e chiaki 😛

  2. Hanayori dango è una di quelle serie dal misterioso quanto strepitoso e longevo successo. ò___ò

    Mi domando seriamente il perché.

    Sono contenta di rivederti all’opera nella scrittura! Cercherò di seguirti e di recuperare con Nodame, mannaggia a me! XD

  3. Anche io amo Molto rumore per nulla, alcuni anni fa ne ho visto una versione molto strana ma piacevole, con una ambientazione estiva balneare con tanto di canzoni da mare anni ’60 tra un atto e l’altro (e il ballo in maschera fatto con occhiali subacquei e boccagli XD). Bello, sìsì

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