City Hunter – Angel Dust

È trascorsa poco più di una settimana dacché ho visto City Hunter – Angel Dust e finalmente riesco a dire la mia in proposito. Premetto che questa opinione sarà piuttosto lunga e decisamente fuori dal coro. Vi preannuncio che ci saranno un sacco di spoiler, sia sul manga che sul film, quindi state proseguendo a vostro rischio e pericolo.
Come tutti quelli che mi conoscono anche solo per caso sanno, CH è Il manga/anime della mia vita, quello a cui devo – e non esagero – molto di quello che sono: se non mi fossi perdutamente innamorata di Ryo Saeba (e delle voci di Guido Cavalleri e Jasmine Laurenti, ma su questo punto tornerò più tardi) alla tenera età di 12 anni, chissà se avrei conosciuto e amato così tanto il mondo dei manga e poi delle fanfiction; di sicuro, non avrei mai incontrato molte delle fantastiche persone che popolano la mia vita. E di certo non avrei conosciuto Mariangela Noto! <3
Quindi, dicevo, probabilmente, quando queste persone leggeranno che a me il film, in fondo, È PIACIUTO rimarranno piuttosto confuse.
Seconda premessa prima di spiegare il perché non butterei proprio alle ortiche questo titolo: quando vedo un film tratto da un manga, non mi aspetto MAI che sia fedele all’opera originale, tranne rarissimi casi (come quelli dell’Attacco dei giganti), perché di solito sono prodotti di marketing; nel caso di CH, un’esca ghiottissima per i fan storici e i nostalgici (come me) per celebrare i 35 anni del manga. Né più né meno.
E poi, diciamocelo chiaramente: inserire adesso Mick e tutta la parte finale del manga, dopo film, OAV e puntate che sono filler fatti e finiti (persino l’ultima della quarta stagione. Cioè, cavolo, ma datacela una gioia, visto che non avremo più episodi! Almeno fosse stata una puntata come L’attacco dell’armata nera, che almeno ci ha regalato un momento romantico tra i due!) non avrebbe alcun senso. Voglio dire, immaginatevelo: 94 minuti in cui arriva Mick, c’è tutta la questione della pistola, Kaori crede che Ryo non la consideri adatta ad essere una vera assistente, il suo interesse per Mick, lo scontro, e poi l’esplosione dell’aereo, l’arrivo di Mary, il racconto sul passato di Ryo (una parte MERAVIGLIOSA, che mi commuove ancora nonostante l’abbia letta un sacco di volte) e LA NAVE. Cioè, solo la nave merita un film!
Ma veramente volevate vedere tutti questi splendidi episodi ridotti a 94 minuti?
Beh, io no.
Quindi, io preferisco non averli affatto.
D’accordo, mi dirà qualcuno, ma il film potevano pure farlo meglio, no?
Non avete tutti i torti: le parti in cui si scopre il passato di Ryo sono di una tristezza sconvolgente: dal pathos del manga, ci troviamo davanti un deficiente che snocciola vere e proprie bombe come se stesse parlando del tempo. Ma veramente?! A uno spettatore ignaro del manga, in questo modo, non sono chiari un sacco di passaggi, come per esempio perché Ryo, a suo tempo, abbia preso Angel Dust, cosa l’abbia portato a fare, il legame con Falcon e gli effetti che la droga ha avuto sul suo corpo e le ripercussioni psicologiche. Pagine, ripeto, bellissime e intense, che potevano essere trattate meglio.
La storia di Angie non è partita proprio malissimo, nonostante la parte assurda del gatto, ma il suo legame con Kaibara mi ha fatto cadere le braccia: ha ragione il mercenario, quando le chiede perché lo consideri un padre, visto che è stato lui a decimare la sua famiglia! Insomma, avrei gradito un espediente meno da fanfiction di terza categoria, ma ricordiamoci pure che nello speciale Arrestate Ryo Saeba (che io ODIO), nel passato di Ryo è stata inserita una donna di cui era innamorato (con tanto di triangolo amoroso!) e che nella sigla finale hanno preso le immagini del manga e le hanno modificate inserendo lei e l’altro tizio. Potrei far fuori qualcuno per moooooolto meno (sì, sono GELOSISSIMA della mia coppia preferita: qualche problema? è_é).
Personalmente, ho trovato comunque la prima parte del film inutilmente lunga: le scene in cui Ryo si comporta, beh, da Ryo, mi sono sembrate quasi forzate, come se le avessero inserite più per allungare il brodo che per far divertire. Secondo me, potevano tagliare qualcosina e dare più spazio, per esempio, al passato di Ryo (quanto mi brucia questa cosa, quanto?)
Ciò che mi è piaciuto molto è stato, invece, lo scontro tra lei e Ryo, che dovrebbe ricalcare quello con Mick, ma che si conclude in modo molto diverso. Perché, mentre nel manga l’intervento di Kaori finisce per riportare alla ragione Mick, mostrando come l’amore vince su tutto, qui, abbiamo un duello crudo: solo uno potrà sopravvivere. Ovviamente noi sappiamo che sarà Ryo, ma è questo il punto: lo spettatore spera fino all’ultimo che succeda qualcosa che possa salvare Angie, perché, dài, Ryo non ucciderà mai una donna, soprattutto se è sotto l’effetto di una droga! Lo sappiamo tutti! E glielo si legge negli occhi, il dramma interiore che prova. Perché sa che sta per uccidere una persona innocente, ma è anche ben consapevole degli effetti che su di lei sta avendo Angel Dust.
Ecco, per me, questa parte vale da sola il film.
Dettagli che Kaibara, che era partito pure bene, alla fine distrugge le fiale di Angel Dust e noi ci troviamo a chiederci “Ma quindi? Tutto ‘sto casino e ‘sti morti per cosa?”; dettagli che continui a non essermi chiara la presenza delle tre sorelle di Occhi di Gatto, a parte pagare la ristrutturazione del locale, quando Ryo e Falcon avrebbero potuto fare tutto da soli (però ammetto che il cameo di Lupin mi ha stesa, anche se è stato inutile XDDDD); dettagli che, come al solito, Ryo e Kaori fanno un passo avanti e tre indietro (a questo il manga ci ha abituati anche troppo bene).
Sui disegni, non mi esprimo, perché nessun character riuscirà mai a rendere la bellezza di quelli del manga, soprattutto degli ultimi capitoli, quindi, sì, Ryo è fantastico a prescindere, ma mai come l’originale.
Il comparto musicale, invece, è sempre un gran piacere per le orecchie: accanto alle vecchie glorie (che, niente, non sono riuscita a non canticchiare XD Meno male che accanto a me non era seduto nessuno! XD), le nuove canzoni dei TM Network sono state comunque una delizia e così perfette per la serie, soprattutto Whatever comes (la versione italiana di Stefano Bersola è un bonus in più che ho gradito davvero moltissimo!).
E poi il doppiaggio. Nel cinema in cui sono andata, il giorno precedente, hanno dato il film in lingua originale con i sottotitoli. E io avrei potuto andarci. E invece no. Perché per me Ryo è Guido Cavalleri e Kaori Jasmine Laurenti: è di Guido la voce di cui mi sono innamorata perdutamente quando per la prima volta ho messo gli occhi sul suo personaggio; sono le loro voci che sento nelle orecchie ogni volta che leggo o scrivo una fanfiction sulla serie. Potete prendermi per pazza, ma quando scrivo i dialoghi, se non “sento” che sono battute che direbbero, le modifico finché non sono soddisfatta del risultato. Penso che, nonostante le pesanti censure sulla versione italiana, sia uno dei pochissimi anime che rivedo con molto piacere più in italiano che in giapponese (infatti ultimamente ho rivisto Private Eye su Prime in italiano).
A proposito del doppiaggio, una piccola parentesi sulla polemica sulla pronuncia di Ryo: anche a me la pronuncia giapponese fa storcere un po’ il naso, è vero, ma secondo me è solo questione di abitudine: se l’avessero adottata da subito, nessuno ci avrebbe fatto caso. Vorrei anche ricordare a tutti che nelle prime due stagioni Ryo era chiamato Hunter: quello sì che mi dava sui nervi! Ciò che ha infastidito me, invece, è stata la scelta di usare “Alzabandiera” piuttosto che “Mokkori”, che è ormai una parola universalmente conosciuta ai fan di CH. Anche questo l’hanno deciso i giapponesi? Ma un pacco di fatti loro no?
Insomma: è un film che poteva essere fatto meglio, anche senza restare fedeli al manga? Sì, certo. È un film per cui ho rimpianto i soldi spesi? Assolutamente no. Comprerò il DVD quando uscirà? Ovvio, ma che domande! XD

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