I’m Sherlocked!

Ok, lo so.
Ultimamente sono un tantino monotematica. Ma cosa ci posso fare se non ho fatto in tempo a finirmi tutto Sherlock Holmes che hanno trasmetto il film e poi, in Inghilterra, la serie?
Ergo, non è colpa mia. Certo, forse devo ammettere che sono un tantino tanto fissata – cosa che mi ha portato in ‘ste tre settimane ad aspettare con ansia i sottotitoli per vedermi la puntata il prima possibile – ma ogni tanto mi fa piacere riuscire a fissarmi ancora su qualcosa come un anime, telefilm o programma: ultimamente quello che ci propinano è così dannatamente identico che ti passa la voglia di provare a vedere nuove cose.
Quindi, dicevo, questo post potrebbe contenere SPOILER. Uomini avvisai mezzi salvati.

Dicevo, Sherloc 2. La prima puntata è stata trasmessa il primo giorno dell’anno, mentre io guardavo l’ultima puntata di Tutti pazzi per amore 3  (a proposito di questo: signori miei, perché non la piantate di fare mille serie quando non sapete più che pesci pigliare e i personaggi hanno ormai detto tutto quello che potevano dire? Evitatevi sprechi di soldi, grazie!) e, ovviamente, il giorno dopo il file era già in giro. E anche i sub inglesi.
Ora sia chiaro che io e l’inglese non siamo esattamente amici per la pelle. Però, ehi, vedo un sacco di cose con i sottotitoli in inglese! Quindi, mi sono detta, cosa c’è di male? E poi, avevo già visto il pilot in inglese (ok, rivisto), quindi, cosa poteva esserci di male? Oltretutto, ero troppo curiosa di vedere come si sarebbero salvati nella piscina…
Lasciatemi quindi dire due cose: innanzi tutto, neanche nei miei sogni più strani mi sarei immaginata una soluzione del genere. No, sul serio. In secundis: la prossima volta che mi viene in mente di guardare una puntata di Sherlock in inglese, proibitemelo.
Perché, che Sherlock non fosse umano, lo sapevo; che parlasse a una velocità supersonica, pure; che avrei dovuto anche leggere a velocità supersonica i sub per stargli dietro è un dettaglio che avrei dovuto sapere, ma che la mia mente ha deciso di dimenticare. Male. Sono arrivata a fine episodio che avevo capito abbastanza bene l’essenziale, ma… avete presente quando siete rimasti troppo sott’acqua e poi riuscite finalmente a respirare di nuovo? Ecco, ci siamo.
Però, cavoli, ne è valsa la pena. Il primo episodio è stato decisamente il più LOL, così come il secondo più dark e quasi fantascientifico, mentre il terzo… beh, è stato il migliore, punto. Roba che ho avuto il batticuore dalla prima all’ultima scena, e ce l’ho ancora, se ci ripenso.

Chi mi conosce, sa perfettamente che io odio le trasposizioni cinematografiche in generale, proprio perché si perde tantissimo sia dei personaggi che della storia (e infatti è una mia ferrea politica quella di leggere prima i libri e poi passare alla visione, a meno che il libro non mi interessi proprio leggerlo – o sia passato molto tempo dalla visione). Sono rarissimi i casi in cui amo la resa, e in genere questo succede quando prima ho conosciuto il personaggio televisivo e/o cinematografico e poi quello cartaceo – come è successo per Poirot e Montalbano.
Sherlock questo Sherlock – penso sia una delle poche eccezioni. Perché i vari episodi sono chiaramente una ripresa di quelli originali, pur essendo ambientati in un tempo e una società diversa. Il primo episodio della prima serie, non a caso si chiama Uno studio in rosa proprio per fare eco al titolo del primo libro in cui apparve Holmes, Uno studio in rosso. La trama, tuttavia, diverge completamente ed è solo nella seconda seria – che io giudico nettamente superiore alla prima, anche e non solo per i motivi che citerò ora – che i racconti non sono solo menzionati nel titolo (Uno scandalo in Belgravia riprende Uno scandalo in Boemia dove appare per l’unica volta Irene Adler; Il mastino di Baskerville riprende proprio il titolo, nonostante la storia ovviamente sia attuale e La cascata (o La caduta, a seconda di come traduciamo il termine fall) di Reichenbach, titolo dell’ultimo episodio della seconda stagione, è proprio il nome delle cascate in cui il vero Holmes cadde, quando l’autore decise di ucciderlo),  ma anche nell’episodio ci sono echi, mica tanto vaghi e solamente accennati – della vera storia; in pratica, la storia c’è, ma solo se la conosci la vedi. Irene che nasconde qualcosa nella cassaforte e il modo in cui Holmes scopre dov’è; il mastino che non è mastino; il motivo per cui John lascia da solo Holmes ne L’ultima avventura. Anche tutta la storia del “crollo” della fama del detective, in fondo, si adatta bene a quello che intuiamo stia accadendo, dopo la morte di Holmes, nel canone:

“Per quanto ne so, la stampa ha pubblicato solo tre resoconti del caso: quello del Journal de Genève, nel numero del 6 maggio dell’81, il dispaccio stampa della Reuter il 7 maggio, e infine, le recenti lettere che ho menzionato prima. Di questi resoconti, i primi due sono estremamente schematici e succinti mentre il terzo, come ora vi dimostrerò, stravolge completamente i fatti. Tocca dunque a me il compito di raccontare per la prima volta cosa realmente accadde fra il professor Moriarty e il mio amico Holmes.”

Solo il motivo della morte (?) è diverso, ma a me questo è piaciuto tantissimo. È stato così… umano  che mi ha spiazzato. Per non parlare poi della reazione di Watson alle parole dell’amico: “Nessuno puo’ fingere senza sosta di essere un coglione tanto irritante.”. Lo amo! XDDDD

E poi, vogliamo parlare del personaggio? Parliamone. Sherlock sa essere egoista, ma soprattutto presuntuoso e falsamente modesto; bene, questo Sherlock oserei dire che farebbe paura allo stesso Holmes. Riesce ad essere stronzo come neanche lui è mai stato – ok, forse se fosse nato oggi, sarebbe uguale! XD
Il punto, però, non è soltanto il carattere – che gli sceneggiatori non hanno reso bene; di più, ma anche l’aspetto fisico:

« […] il suo sguardo era acuto e penetrante; e il naso sottile aquilino conferiva alla sua espressione un’aria vigile e decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell’uomo d’azione. Le mani, invariabilmente macchiate d’inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua filosofia. »

In più di un’opera si specifica anche che Holmes ha degli splendidi occhi grigi. Beh, ora ditemi voi: non è identico?

Sì che lo è; anzi, vi dirò di più: se fate attenzione, anche nei gesti è identico: la posizione che assume quando pensa, l’agilità che Watson nomina così spesso. Per non parlare della sua citazione preferita, qui inserita spesso « Quando hai eliminato l’impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve essere la verità. »
È semplicemente perfetto.

E ora veniamo al rapporto John/Sherlock.
Tutti sanno che io sono una slasher. Ma anche no. Nel senso che a me non interessa la sessualità delle persone, se la coppia fa parte del canone o sta bene insieme.
Ora, lo ribadisco: non c’è slash, secondo me, nel vero Shelock Holmes. Oddio, è vero che Sherlock non ha mai gradito il fatto che Watson si sposi e se ne vada di casa, ma, scusate: un sociopatico come lui, che ha solo un amico, è ovvio che alla fine provi una certa gelosia nei suoi confronti e quasi un senso di possessività. Forse – forse! – se Conan Doyle fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe compreso che da quel suo modo di fare si poteva intendere anche altro (o lo sapeva anche allora?), ma è chiaro che Watson provi solo un grande affetto e un’enorme stima per l’altro, perché a lui piacciono le donne. E le sposa anche.
Ora, ripeto: io capisco chi vuole trovare il cavillo, la cosa che possa portare a dire che sono coppia, e forse qualche elemento può anche andare; ma per me, nel canone, tra quei due non ci sarà mai niente.
Discorso diverso è ambientarlo ai nostri giorni: qui, i due sceneggiatori non fanno nulla per eliminare i gossip possibili, perché, scusate, uno come quello detto su, che inizia a convivere con un uomo – uomo che, nonostante si tratti di Shelock, non scappi a gambe levate – è ovvio che mi porti a pensare che ci sia qualcosa tra loro. Watson, del resto, è l’unico che continui a negare – ovviamente! – ; Sherlock se ne infischia, mentre la gente parla (scrive!) e commenta. Se conoscessi anche io due così, lo farei anche io.
Ebbene, qui, mi piace vedere questo dire/non dire, questo esserci/non esserci. L’hanno messo perché oggi è logico e perché piace. Non ho letto – almeno, io non ne ho trovati – commenti negativi su questo punto, nonostante hli pseudo-moralisti che circolano. Addirittura, la prima serie in italiano è stata tradotta fino in fondo, anche con i suoi riferimenti. La cosa mi ha lasciata sinceramente di stucco.

E ora, bon, attendiamo la terza serie. Che ci sarà, ‘sto bastardi l’hanno detto dopo 10 minuti dalla fine dell’ultimo episodio, nonostante per giorni hanno detto che no, non sarebbe stato possibile, visto cosa accadeva a Sherlock (e, per la verità, l’unica cosa che mi piacerebbe sapere adesso è: come diavolo ha fatto a salvarsi?! Era morto! conoscendo il canone, ho una vaga idea di come possa svilupparsi la puntata del ritorno e c’è anche parecchia carne al fuoco per il fatto che, ormai Sherlock è considerato da tutti un imbroglione). So che non sarà adesso, visti gli impegni dei due attori e degli stessi sceneggiatori. Ma io non ho fretta: preferisco che il prodotto arrivi tra un po’ e fatto bene, piuttosto che esca prima e sia una cagata colossale giusto per accontentare i fan. Conan Doyle, Holmes, e questa serie non lo meritano.

E, nel frattempo, dico a voi che passate di qui: se non l’avete fatto, vedetevi le prime due serie: se vi piace il genere, o vi piace Sherlock Holmes in generale, sono sicura che non vi lascerà per niente indifferenti!

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