E un altro maggio se ne va…

Se non riuscite a dormire la notte (ma anche no) perché vi state chiedendo che diavolo sono quegli strani punti interrogativi, nella colonna qui accanto, vi rispondo che non ne ho idea. Sono apparsi qualche giorno fa, e da allora non sono più andati via; siccome non ho tempo, né voglia di lambiccarmi il cervello per una questione che comunque non cambia la vita di nessuno, lascerò le cose come stanno, finché non mi verrà voglia di risolverla (sicuramente il giorno prima di un esame, tanto per NON studiare), oppure finché una persona che ha pietà per questo blog, me lo dirà. Nel caso, la ringrazio fin da ora. XD

Finalmente, comunque, maggio è finito. E’ stato un mese orrendo, bruttissimo, in cui me (e ce) ne sono capitate di tutti i colori. Come dice mia sorella, ho fatto tante di quelle esperienze in questo mese, che mi basteranno per tutta la vita. Io spero sinceramente che giugno vada meglio. Perché, dopo un furto a casa, amiche che non stanno bene, l’incidente del treno citato nel post scorso, un ematoma che mi fa ancora male sul piede sinistro, causato dal tacco di mia madre sulla mia vena e una sparatoria proprio lungo la strada che io percorro ogni giorno per tornare dalla stazione ed evitata solo a causa dell’ematoma di cui sopra (mi ero fatta venire a prendere e ho preso il treno prima) posso dire che ne abbiamo un po’ abbastanza e che non sarebbe male darci un taglio.
Ok, non è che questo mese sia stato proprio tutto da buttare nel cesso, eh: all’inizio del mese ho fatto un mini-corso sulla catalogazione in SBN (che non ci ha dato moltissimo, a livello formativo, ma ci ha rilasciato un attestato e conoscenze umane in più), a Corato, sono stata a due comunioni (l’ultima delle quali mi ha fruttato l’ematoma, ma va beh, mentre la prima mi ha permesso di vedere procugine che non vedevo da una vita), ho passato l’esame di storia dell’Europa moderna con un ottimo voto (anche se Spagnoletti mi rideva in faccia e non capisco il motivo O_O), abbiamo iniziato lo stage alla biblioteca della corte d’appello e abbiamo fatto un’esperienza di insegnamento a scuola, per storia didattica e archivi.
No, non sono diventata improvvisamente insegnante, visto che la mia laurea non ci permette di insegnare; semplicemente, questo esame altro non è che un laboratorio che insegna ad insegnare la storia in un modo nuovo (oddio, nuovo: sono 20 anni che il prof. lo fa XD): in pratica, a fianco dell’insegnamento frontale della storia, si unisce un altro, basato sul gioco. Si tratta quindi di giochi storici, che permettono di approfondire alcune tematiche precise su popoli e momenti precisi. Dopo aver fatto da cavie per un semestre, è toccato quindi a noi insegnare questi giochi ai bambini e, con essi, i contenuti che trasmettono. A me e al mio gruppo è stata assegnata una sorta di Memory sull’antica Roma: i bambini dovevano abbinare l’immagine con la didascalia corrispondente. I temi trattati erano i più vari: le donne, la scrittura, la coltivazione, gli schiavi, la casa romana… Dopo, i vari gruppi dovevano posizionare le carte ottenute sulla pianta di un’azienda romana, indicando quali attività/persone si trovavano nel lato est (quello padronale) e quali nel lato ovest (dove si trovavano le botteghe e le attività manuali).
Alla fin fine, è stata un’esperienza istruttiva e divertente. O, almeno, io mi sono divertita. Erano anni che non stavo più di dieci minuti in una classe elementare. Quando ero piccola, accompagnavo spesso mia madre e mi capitava anche di aiutarla con qualche bambino più in difficoltà; ragion per cui, è stato come tornare indietro nel tempo. Tutti i bambini, poi, sono stati bravissimi: oddio, la seconda classe era più turbolenta (e il fatto che le maestre non sono neanche intervenute a sgridarli non ha aiutato…), ma nel complesso erano tutti svegli, e hanno tutti imparato qualcosa di più; certo, la prima classe si vedeva che le sapeva quelle cose, ma poi, al momento della verifica delle conoscenze acquisite, anche la seconda classe si è dimostrata attiva e desiderosa di rispondere.

Meno eccitante, forse, è l’esperienza alla corte d’appello, dove noi di beni archivistici e librari abbiamo avuto modo di fare il nostro tanto desiderato stage. Molti mi hanno detto che stage è sinonimo di non fare niente, ma io e le altre non ci stiamo a questa regola: noi vogliamo imparare e attivarci. Beh, devo dire che lo stiamo facendo e vi posso assicurare che la situazione di partenza non era rosea. Poiché si tratta per lo più di pubblicazioni in itinere, stiamo rimettendo in ordine tutte le riviste che la biblioteca ha, anche andando a cercare, nei meandri della biblioteca, i numeri mancanti (anche se temiamo che i dispersi non sian così pochi…); dopo aver riordinato e inventariato tutto, dovremmo mettere tutto on line, nel catalogo unico tramite Sebina, un software apposito che non vedo l’ora di provare ad usare, visto che non ho mai avuto questa fortuna.
Allo stage andiamo una volta alla settimana, in modo tale da non avere problemi con lo studio. E la cosa è anche ottima se non fosse che così abbiamo il lavoro frammentato, perché ogni giorno si alternano due persone diverse, con diverse idee e diversi metodi; per questo abbiamo realizzato un diario nel quale prendiamo nota di quel che dobbiamo fare e che abbiamo fatto. Sì, insomma, lavoro d’equipe a distanza!
Se qualcuno di voi sta pensando: “Che bello, la corte d’appello! Chissà quanti begli avvocati vedi!”, sappia che finora ho solo beccato casi umani che meritano il manicomio, una licenza elementare, un manuale sull’educazione civile: oggi, per esempio, un avvocato (o magistrato, o quel che è; non un imputato sicuro, era troppo vestito bene e parlava troppo bene) ci ha chiesto per esempio cosa fosse l’emeroteca che stavamo allestendo (alché, io e Mary siamo rimaste ferme per almeno dieci minuti buoni, incredule), più un tizio strano, che andava chiedendo a se stesso (da solo) se qualcuno l’avesse chiamato, per poi rivolgere a me la stessa domanda; peccato che non c’era nessuno nel corridoio! O_O La prima volta che siamo andate, invece, ci è toccato scoprire che i bagni, anche lì, non si usano per espletare i propri bisogni fisiologici, ma per fumare, senza, tra l’altro, aprire la finestra; con occhiataccia per aver iniziato a tossire e a commentare circa lo schifo della cosa.
Io mi chiedo che altro vedremo nelle prossime settimane, sinceramente. E poi dico che sono prevenuta io verso certe persone (e gli avvocati in particolare)!

A guardarlo bene, maggio è stato lungo. Tanto. Mi ha riservato belle sorprese, brutti avvenimenti e tante prime volte come direbbe Sawako di Kimi ni todoke, difficili da dimenticare, da accettare; alcune che ripeterei volentieri, altre che preferirei non si ripresentassero più.
Un mese medio, insomma.

4 Risposte a “E un altro maggio se ne va…”

  1. Madonna!! Pure la sparatoria e il furto in casa?? Mi dispiace un sacco! O_O
    Spero che giugno sia cominciato (e proceda) meglio.
    Però mi fa piacere leggere che hai diverse cose da fare, tra lo stage e i giochi storici coi bimbi (che secondo me sono un modo intelligente di fargli imparare!). In questi ultimi mesi sto imparando il valore di avere più cose da fare! E' stancante si, ma soddisfacente!
    Per la corte d'appello posso suggerire di portarti dietro il peperoncino spray? Non si sa mai X°D
    Claudia

  2. In effetti già sono pesanti le giornate no… ma i mesi no devono essere mortali.
    Ti capisco benissimo per la sparatoria, io qualche anno fa mi son ritrovato un omicidio in auto sotto casa -.- Purtroppo, anche questa è Puglia 🙁

  3. Anche io non me lo ricordo, ed è per questo che non so che cosa fare. Cioè, dovrei contattare Skirya e chiederle se sa qualcosa, ma ultimamente ho cose più urgenti a cui pensare, perciò rimando. XD
    La sparatoria ha colpito una signora seduta vicino alle giostre e nessun altro. Non so se lei fosse il bersaglio o fosse stata colpita per sbaglio, ma mi fa paura solo l'idea che fosse pomeriggio pieno, con la gente che passeggiava tranquilla.
    Per il furto, ci credi che non ci pensai neanche? XD In realtà capitò che lo dissi a Grazia perché quei giorni doveva venire a casa, quindi le dissi che dovevamo rimandare e il motivo, ma poi non ne ho più parlato in generale.
    Anche io pensai proprio a Noi Sappiamo Chi, quando ci diedero quel gioco da fare all'uni? XD Volevo vederla, però, ad insegnare ai bambini quelle cose! XD

  4. Accidenti, dell'incidente sapevo, ti ho anche chiamata ma del resto no >< Magari mi dici a voce del furto. Ma il piede? E la sparatoria? O_O

    Carina la cosa della scuola! Tu Sai Chi sarebbe stata fiera del periodo storico che ti è capitato XD

    Molti mi hanno detto che stage è sinonimo di non fare niente, ma io e le altre non ci stiamo a questa regola

    Io mi dissocio da chi dice che stage è sinonimo di non fare niente. Piuttosto c'è chi non fa niente durante lo stage, ma questo non vuole dire che sia la regola o che sia corretto o che sia intelligente (perchè che vai, a perdere tempo? Ed è una trovata intelligente?).

    Per i punti interrogativi, non ne sono sicura. Ho notato che in pratica sostituiscono gli sfondi dei vari div, ma non ricordo cosa c'era prima. Un'immagine in trasparenza? Perchè se è così potrebbe essere una modifica strana nel template.

    Ale

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