Addio, professore.

La prima volta che l'ho incontrato è stato durante il secondo semestre del primo anno.
Allora eravamo solo dei ragazzini, avevamo fatto due esami di storia, ma ancora nessuno di quelli che sarebbero stati caratteristici del nostro corso di laurea.
Paleografia latina fu il primo di quelli.

Annagrazia l'ha sempre chiamato Babbo Natale e non perché vestisse di rosso. Aveva la barba bianca, era un po' in sovrappeso, a volte era un po' burbero, ma noi gli volevamo un bene dell'anima.
Noi del corso sapevamo tutti che non stava bene. Vederlo con il braccio appeso, il cappello calcato in testa, ci faceva male al cuore, ma era bello vederlo sempre lì, un porto sicuro per noi studenti.Non lo vedevo dalle sedute di laurea di dicembre e anche in quell'occasione mostrò a tutti la sua forza e la sua verve.

Grazie a lui, abbiamo sentito per la prima volta termini come ductus e vergare, beneventana e gotica, Bary type ed exultet; ci ha insegnato a leggere scritture mai viste prima, a dar loro un nome, a datarle, a riconoscerle. Era anche il nostro tutor, nonché presidente del corso di laurea della triennale prima e della specialistica poi. Fu da lui che andai quando, prima di iscrivermi alla specialistica, andai alla ricerca di una conferma, se sarebbe stata veramente aperta, oppure no. Fu lui che mi disse di spargere la voce, in modo che "tutti quelli che erano andati fuori, potessero tornare. Perché lui era stato studente fuori sede e sapeva bene che stare a casa propria, con professori che già ti conoscono e che conosci, è sempre un'altra cosa." Fu anche per lui e il suo team, che alla fine decisi di restare.
Lui che ci firmava tutti i verbali per i crediti a scelta, lui che ci teneva tanto alla nostra specialistica, perché come lui amavamo i i libri, le scritture antiche e i codici, lui che un giorno organizzò una riunione con noi, che eravamo le cavie, per chiederci come andava, come ci trovavamo, che voleva sapere il nostro punto di vista. Lui che, ogni volta che ci vedeva tutti insieme si preoccupava, perché siamo pochi, e abbiamo sempre fatto gruppo, sia per le cose belle, sia per chiedere notizie. Lui che aveva un'ironia tutta sua, mai volgare, ma sempre austera e signorile.
Lui che per noi studenti era un nonno, un papà, una luceo.

Addio, professor Magistrale. Non la dimenticheremo mai.

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