Specialistica et visioni varie

Finalmente è iniziata la specialistica! *__* Si vede che sono gasata? XD Ieri continuavo a camminare canticchiando e ho dovuto far forza su me stessa per restare almeno nella decenza (ossia non mettermi a saltare come la scema XD). Ieri e oggi abbiamo avuto storia dell’informatica, nella quale la prof ha deciso di parlarci, come prima cosa, dei numeri e della loro storia. No, ragazzi, sembra noioso, ma invece io l’ho trovato a dir poco fantastico! *__* ci ha insegnato come calcolare in base 60! *__* No, non ve llo spiego, state tranquilli, a meno che non me lo chiediate voi! (me con occhi imploranti spera che glielo si chieda, in verità! ), ma è troppo figo! No, non riesco a calmarmi! *__*
D’accordo, torniamo seri e parliamo d’altro, prima che mi metta a raccontare la mia lezione con dovizia di particolari! XDD

Decisamente, questo è un periodo in cui mi sto dando alle visioni. No, no, non sono diventata pazza, non vedo fantasmi né cose strane; parlo proprio di visioni filmiche e di tutto ciò che può essere visto su uno schermo di qualsiasi tipo.
L’altro giorno, io, Ste e Gra siamo state al cinema a vederci La mummia: la tomba dell’imperatore dragone, ultimo dei tre film che vedono protagonisti Brandon Fraser. Era da giugno, dalla prima volta che abbiamo visto il trailer, che noi tre abbiamo deciso che quello sarebbe stato un film da vedere. Il primo film lo vidi al cinema e lo adorai, semplicemente; il secondo me lo persi, ma poi me lo vidi in TV; il terzo, invece, ho voluto rivederlo al cinema, come il primo. E, sì, mi è piaciuto. D’accordo, non è che sia esattamente originalissimo (c’è la maledizione, la tomba che viene custodita, la rottura del sigillo, l’inseguimento, i nostri eroi sembra che non ce la faranno, e invece, alla fine, vince il bene: la mummia, o quel che è, viene rispedita al suo sonno; in questo caso viene risolto anche il piccolo problema tra i due novelli piccioncini, completando l’happy end).
Dicevo, quindi: non è che proprio la trama sia originalissima: ci sono tanti punti simili ai precedenti film, e molto si riesce a intuire, MA. Ma a me ha fatto morire lo stesso. Sì, magari lei avrei preferito fosse la stessa degli altri film, ma Fraser è stato spettacolare: ho riso dall’inizio alla fine del film e quando mi sono alzata dalla mia poltrona, potevo dirmi soddisfatta.

Cambiando mezzo di visione, questo è nuovo periodo di fini, come sempre avviene ad ogni cambio di stagione. Nel giro di pochi giorni sono finite tante serie che stavo seguendo; altre invece le ho portate a termine io per conto mio. Beh, visto che ad ottobre inizieranno tante di quelle serie che mi fa anche paura elencarle, era anche ora che mi decidessi a dare una ripulita a tutto.
Posso dire che non ho niente da lamentarmi, stavolta, come ho anche detto nelle recensioni che ho scritto nelle schede su AnimeClick: Itazura na kiss ha avuto il suo bel finale da "tutti vivremo felici e contenti", che è un po’ il motto di tutta la serie, mentre Slayers Revolution continua con la prossima serie, nonostante in queste tredici puntate ci abbia regalato il solito mix di avventura e comicità che ho amato tanti anni fa, quando vidi per la prima volta la serie su Mediaset (pur con tutte le censure e stracensure ormai leggendarie), e che continuo ad amare tutt’ora. E poi c’è Saiyuki Burial. Inutile, li amo troppo, quei quattro. Specialmente in questi momenti, quando sono molto più simili ai personaggi del Gensomaden che a quelli del Reload. Che darei perché facessero anche il Gaiden animato! *___* Magari aspettano che finisca, chissà (anche se questo vuol dire che aspetteremo molto, conoscendo i tempi della sensei -.-)!

Forse qualcuno di voi non lo sa, e in questo caso vi avviso io, ma le case editrici italiane stanno facendo incetta di manga: nel giro di pochi giorni ho scoperto che molti di quei titoli che stavo seguendo in scans arriveranno in Italia. Bel colpo, dovrei dire, soprattutto perché le case editrici che li hanno presi sanno come trattare i manga e non si lamentano troppo per i depositi troppo costosi (ma no, che dite? Non sto facendo nessuna allusione, io…). Tra questi, spicca un titolo che mi ha sempre incuriosito: Liar Game, la cui trama potete trovare qui (NON leggete la trama in italiano: è sbagliata! – sai che novità? diranno molti, e io mi unisco al coro).
Visto che il manga mi interessava, è stata la volta buona per vedermi il dorama. Cosa che mi ha portato a decidere di prendere la serie.
Senza inutili giri di parole, ragazzi: la protagonista è una cretina. Ma cretina forte, eh. Sì, perché lei ha una fiducia incondizionata nell’uomo, anche se la frega 10 volte su 10. Una di quelle che uno stronzo in piena regola gira e rigira come vuole. E infatti, è proprio per questo che si trova invischiata nel gioco. Meno male che chiede aiuto a Akiyama, un ladro appena uscito dal carcere, che decide di aiutarla. Per pietà, dico io, nonostante il motivo sia molto più serio. Sì, perché una persona del genere, così idiota da credere quando uno ti dice "Aspettami qui" e aspettarla davvero per ore, anche sotto la pioggia, convinta che quella arriverà, alla fine, non ti fa neanche arrabbiare. Avete presente quando avete di fronte un bambino e capite che non ce la si può prendere con lui, perché, semplicemente, è troppo piccolo per capire? Beh, stessa sensazione.
Alla fine della serie, uno dei personaggi dice che chi la considera stupida lo pensa perché lui stesso è una persona che non si fida di nessuno o imbroglia l’altro. Per carità, per certi versi sono d’accordo. Io stessa non mi fido di nessuno, dunque, una persona del genere per me è inconcepibile e dannatamente cretina; però, è anche vero che se me la trovassi davanti, una così, mi farebbe così tenerezza che, sapendo com’è, non cercherei di imbrogliarla, ma mi fiderei di più che di una persona che so che mente facilmente. Un po’ di furbizia e di non fiducia,però, secondo me, serve non necessariamente per fregare l’altro, quanto per non essere fregato da chi invece vuol farlo con te.
Sicuramente quindi qualcuno si starà chiedendo perché voglio prendere un manga su una che considero una stupida. Beh, semplicemente perché io non considero tanto lei la protagonista, quanto il ragazzo, Akiyama. Che è un genio. Punto. Avete presente L e Kira di Death note? Beh, stiamo lì, solo che questo lavora per i buoni. E io amo i personaggi geniali. *__* Se sono impersonati da un bel ragazzo come Matsuda Shota, poi, è anche meglio, comunque! Vero, Sol? .blink

Dopo tanto che volevo leggerlo, qualche giorno fa, Fabiana mi ha prestato La solitudine dei numeri primi. E, mi dispiace dirlo, ma questo romanzo non mi è piaciuto proprio e mi ha fatto piacere notare che non sono stata l’unica bacchettona, ma che sono in tanti a vederla come me. Come ho scritto anche su aNobii:

"Ero curiosa di leggere questo libro perché mi ha incuriosita il titolo e alcuni me lo presentavano come bel romanzo; fortuna ha voluto che una mia amica me l’ha prestato e così l’ho potuto leggere prima di quanto pensassi.
Finito in tre giorni e non perché stessi appiccicata alle pagine (ci avrei messo pure meno, in quel caso), ma solo perché le file alla segreteria sono sempre interminabili e io ho imparato a far fruttare il mio tempo trascorso lì. In verità, se avessi voluto, l’avrei potuto finire anche in un giorno, visto lo stile, non esattamente complesso; stile tra l’altro che non mi piace proprio, ma a cui ci si abitua dopo un po’ (anche a quegli insulsi, secondo me, dialoghi che sono trattati a mo di discorso indiretto, che per la prima metà del libro mi hanno dato una pugnalata nello stomaco appena ne trovavo uno…); la lettura quindi risulta leggera e scorrevole e le pagine corrono via veloci, nonostante mi abbia infastidito non poco il continuo riferirsi alla gamba "malata", non tanto nella mente della protagonista, quanto nei momenti in cui il narratore onnisciente prende in mano le redini della descrizione.
Il problema di questo romanzo è in verità la trama e i personaggi. Anche se in questa storia vuole essere descritta l’amicizia tra due ragazzi che hanno vissuto una serie di tragedie che non finiscono mai, alla fine, è solo le tragedie che uno nota. L’amicizia, qui, non la vedo. Due capitoletti inutili, un giro enorme per farli conoscere, nove anni che non si parlano, un incontro, alla fine, poi il nulla. E quando arrivi all’ultima pagina e chiudi il volume, l’unica cosa che ti chiedi è: "E quindi?". Dov’è l’amicizia se parlano insieme per due secondi e poi non si vedono per anni? I protagonisti, nonostante le ultime due pagine vogliano dire il contrario, non crescono: sono fossilizzati nel loro modo di essere, senza cambiare di una virgola, o di poco: lui, fissato sempre e solo con i numeri; lei anoressica. Nessuno dei due risolve la situazione in cui si trova: non è un matrimonio in cui non c’è sincerità o una notte di sesso che portano una persona a crescere.
Anche il finale non mi è piaciuto proprio: vero che la vita non sempre a un happy end, ma se già i due non si vedevano da anni, non aveva senso farli incontrare solo per poi dirsi addio. Vero, c’è la consapevolezza del perché ormai le cose non potevano funzionare, ma mi è parso troppo inutile, basato su un’amicizia presunta che non vedo e non vedrò mai.
L’ennesimo romanzo tanto elogiato, ma che ha finito solo per deludermi.
"

Ormai non ci si può fidare più neanche di quei premi che dovrebbero far conoscere al mondo romanzi meritevoli di essere letti. Mi chiedo di chi dobbiamo fidarci noi lettori, ormai.

5 Risposte a “Specialistica et visioni varie”

  1. Se sono impersonati da un bel ragazzo come Matsuda Shota, poi, è anche meglio, comunque! Vero, Sol? .blink

    Verissimoooooo *__* *fangirla*

    E poi è veramente ben strutturato… mi è piaciuto tanto Liar Game… crea dipendenza O.O

  2. L’unica per noi lettori è fidarci dei consigli di amici del cui giudizio ci fidiamo e con cui sappiamo di condividere gusti XD

    Complimentei per la specialistica! >*

  3. Eh già, buona domanda quella con cui concludi. Niente da fare, è sempre di più un salto nel buio.

    Ma sai che anch’io ero tutta elettrizzata per l’inizio della specialistica? Solo che da me poi è successo che per un qui pro quo ci hanno fatto venire a lezione il giorno sbagliato e quindi siamo stati come dei beoti per un’ora a fare su e giù per le scale dall’aula alla portineria alla ricerca di notizie della prof. A un certo punto abbiamo anche avuto paura che le fosse successo qualcosa per strada mentre veniva in aula dal dipartimento, figurati… XD

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