Quando manca l’ispirazione..

Sapete, è da un po’ di tempo che mi stano girando in testa delle strane idee per la creazione di una storia originale che possa essere davvero degna del titolo di racconto.

E’ da parecchio che mi frulla in testa, soprattutto considerando il fatto che ci sono delle scene che vedo praticamente scorrere davanti agli occhi come un film.

Tuttavia, siccome sono pignola anche quando scrivo – anzi, soprattutto quando scrivo! – so benissimo che la storia non è una semplice trama che puoi buttare giù in due secondi (non si tratta di una oneshot di due paginette) e che devi creare tutto quello che ruota intorno a un personaggio. Sempre, in ogni caso. E soprattutto se si tratta di una storia romantica, e che quindi è molto più lenta di un racconto di avventura o di fantascienza. E quindi, sei tu autore che devo fare in modo tale che il lettore non si annoi e usi la tua storia come un soporifero la sera, prima di addormentarsi, che i personaggi siano ben descritti, fisicamente e psicologicamente, che i luoghi siano ben curati, ma non troppo minuziosamente, altrimenti il lettore chiude la finestra e la tua storia non la legge neanche se lo paghi.

Per l’invenzione dei luoghi, non ho mai avuto problemi: di solito, tendo a non usare luoghi reali, ma a plasmarli nella mia fantasia, unendo, magari, le caratteristiche del mio paese con quelle di un altro, creando un luogo immaginario. Naturalmente, questo dipende dalla storia in questione e da cosa voglia farci. Ci sono storie che esigono un’ambientazione particolare,  non si può certo fare di tutta l’erba un fascio.

Per quanto riguarda i personaggi: beh, ragazzi, qui davvero mi sbizzarrisco. E sono di una pignoleria unica, tanto che posso non toccare un racconto per ANNI se non trovo il personaggio giusto, se non riesco a VEDERLO. E non c’è niente da fare, posso scrivere pagine e pagine, descrizioni meravigliose, quel testo non mi darà di niente. Certo, al lettore, poco importerà della mia idea di quel personaggio, tanto lui se ne farà una sua, e forse non è neanche vero, perchè un lettore si accorge se il personaggio sta lì tanto per fare numero, oppure se VIVE. Nella fase iniziale di scrittura, però, del lettore non è che me ne freghi molto. Se non riesco a vederlo, la storia non va avanti, i personaggi non riescono a muoversi da soli, a fare quel che vogliono, a crearsi la loro storia. appunto, a vivere.

Ed esattamente il mio problema è questo, adesso. Non posso andare avanti finchè non riesco a trovare il mio Daniele (Daniele per ora, perchè se la mia fonte di ispr<azione, se e quando la troverò, si vorrà chiamare Andrea, gli metterò quel nome, i miei personaggi sono sempre loro quelli che scelgono il loro nome, spontaneamente, senza nessuna mia costruzione). E non essendo questi un personaggio secondario, ma un personaggio fondamentale, non posso lasciar perdere. Finchè non incontrerò quella persona che mi farà dire: lui, lui è Daniele! La storia non andrà mai avanti.

E’ la stessa cosa che mi accadde quando scrissi "Notti d’estate": Tutti i personaggi erano pronti – e per costruire i personaggi, vi assicuro che faccio le cose più assurde, fino ad unire le caratteristiche delle persone che conosco in un modo tanto particolare che alla fine esce una persona completamente diversa dai modelli (solo per Valentina, dal nome alle connotazioni fisiche, ho fuso tre persone: una mia amica per il nome e il carattere, un’altra mia compagna delle medie per il rapporto che c’era con la protagonista, un personaggio di un fumetto per la descrizione fisica); la descrizione dei luoghi anche; la trama sapevo esattamente come si sarebbe svolta.. cosa mancava?

Mancava LUI. Alessandro. Il perno della storia, insieme a Sabrina. E benchè sapessi bene cosa avesse dovuto fare, il suo carattere, le parole che avrebbe pronunciato, tutto quello che fuoriusciva dalla sua bocca mi sembrava falso, fittizio e anche un’idiota avrebbe capito che era un personaggio costruito, senza vita.

Finchè un giorno, lo trovai. E fu qualcosa di unico.

Ero in paese vicino Latina, in vacanza con i miei, dai miei zii. Ero andata a comprare delle cartoline (altra scelta ardua, se la cartolina non mi ispira mi giro mezzo paese, e non me ne frega niente se gli altri mi mandano male -. Sono pazza, lo so, ma pur essendo molto razionale, per certe cose è l’istinto che voglio che mi guidi e di soltio, quando sono istintiva, almeno n queste cose (solo in queste cose),non sbaglio mai). Ero ferma, per strada, quand’ecco.. lo vidi.

Quanto poteva avere? 11, 12 anni. Un bambino. ma fisicamente era.. perfetto!!! Capelli castani chiaro, occhi castani colmi di una tristezza infinita, così grande per la sua età, per colpa di quello che aveva passato, delle sofferenze che il suo cuore aveva dovuto sopportare… ecco il mio Alessandro!

Quella stessa sera, tornata a casa di mia zia, avevo ripresi a scrivere. Non mi sono più fermata fino alla sua conclusione, a maggio dell’anno dopo.

Ecco, voglio provare di nuovo quella sensazione. Guardare qualcuno, sconosciuto o meno, e pensare: sì, lui! E’ questa la persona che cerco, quella che può dare una vita al mio personaggio, quella che la renderà una persona e non solo un personaggio di carta.

E io, spero tanto di trovarla, quella persona. Il mio Daniele.

4 Risposte a “Quando manca l’ispirazione..”

  1. io col caldo entro in fase stagnazione…non scrivo nulla e la cosa peggiore è che non ho nulla preparato da centellinare ( come feci l’anno scorso e due anni fa)

  2. Wow, vedo che è un periodo di gravidanze letterarie! Siamo in molti a star covando un’idea! Che sia questa la vera primavera? Altro che coppiette! Copulazione concettuale, questo sì! XD

    Per la serie “lento ma buono”, non posso dirmi che d’accordo con la tua filosofia di attendere l’illuminazione. Inutile scrivere per la voglia di farlo, se poi quello che si scrive non soddisfa. Meglio lasciare l’idea in incubazione, fino a che non è pronta per essere scritta. Allora sarà valsa la pena di aver aspettato. 😉

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