Le (mie) regole del lettore

Qualche giorno fa, mi è capitato di leggere un post (che non sono riuscita a ritrovare, perciò, se qualche anima pia capisce a cosa mi sto riferendo e mi può fornire il link, gliene sarei grata) in cui l’autrice elencava le sue regole di lettura, tipo delle “manie” a cui non può rinunciare. Non ci avevo mai veramente pensato, ma, leggendo le sue, mi sono resa conto di averle anche io.

1) Se al cinema esce/mandano in onda un film/telefilm tratto da un libro che non ho letto, prima leggo il libro e poi mi do alla visione.
Prima non era una regola ferrea – non è che potevo recuperare in tempo di record tutti i libri del mondo! – ma da quando ho un lettore ebook, trovare la copia di un romanzo è diventato molto più facile. Inoltre, spesso mi capita di vedere serie che scopro essere tratte da romanzo solo in seguito (magari dopo anni che le ho viste – come Montalbano, i cui romanzi ho avuto modo di recuperare solo successivamente –, oppure dopo aver visto prima puntata – come è successo con North and South – oppure quando non ho altro da vedere…); in quei casi, ovviamente, bisogna adattarsi: o il romanzo non lo leggo proprio (magari perché la storia non ha stuzzicato la mia curiosità, oppure perché ricordo così bene la trama che rischio di non godermi la storia), oppure lascio trascorrere del tempo, così da “dimenticare” il più possibile la trama per il motivo suddetto. Lo stesso vale per gli anime che vedo prima di aver letto il manga.

2) Adoro leggere i dati bibliografici e in special modo il titolo originale, se un’opera è tradotta in italiano
Penso dipenda dal fatto che sono abituata a sentire traduzioni assurde su qualsiasi cosa. Il titolo originale è la prima cosa che guardo: a volte sono semplici traduzioni, altre invece non c’entrano assolutamente niente con il titolo italiano. Inutile dire che quello originale è sempre migliore, più evocativo, più giusto; non mi è mai capitato di pensare il contrario.

3) Quando inizio un libro, leggo sempre le ultime righe dell’ultima pagina.
Non ho mai capito il perché della cosa. Quando si tratta di libri universitari, presumo sia perché voglio vedere quante pagine mi mancano alla fine del volume, ma in un romanzo ovviamente la situazione è diversa. Inutile dire che un sacco di volte mi sono beccata anche spoiler importanti, ma questo non mi ha mai fermata; anzi, il brivido del rischio mi piace. Sì, sono pazza.

4) I ringraziamenti, le dediche, le note dell’autore per me sono quasi più importanti del romanzo stesso e vanno letti. Meglio ancora, prima dell’opera. Prefazione e postfazione, invece, possono essere tranquillamente saltate (soprattutto se non vanno studiate U_U).
Credo che ciò dipenda dal fatto che anche io scrivo: come io sento l’esigenza di ringraziare chi mi ha ispirato, di spiegare un dettagli et similia, così mi piace vedere il lato “umano” dello scrittore e tutto ciò che alla fine sta dietro la stesura di un romanzo (che spesso è più bello del romanzo stesso. Fidatevi, ve lo dico per esperienza personale).

5) Adoro leggere le bibliografie delle tesi e dei saggi.
Penso che sia il mio animo di bibliotecaria a muovermi, in questo caso: anche se non conosco l’argomento, e quindi non posso vagliare se sia una buona bibliografia o meno, è la prima cosa che leggo in una tesi (con i famosi ringraziamenti e l’indice): mi soffermo sui caratteri estrinseci (scelta del carattere, dell’impostazione) e su qualche elemento più bibliografico, come gli anni di edizione e se sono citate opere in lingua straniera.
Dagli indici invece si recuperano un sacco di informazioni che danno una minima e veloce idea di cosa contiene l’elaborato e se possa interessarmi in qualche modo, quindi anche questi non vanno dimenticati; si tratta tuttavia di un’occhiata veloce e sommaria, quindi non posso definirla una regola vera e propria.

6) Il libro deve restare intonso. Niente orecchie, niente pagine stropicciate. Come nuovo.
In realtà è un po’ un controsenso, perché mi piace anche andare per mercatini a trovare edizioni datate di opere classiche, ma se compro un libro nuovo, mi piace mantenerlo così. I libri per me sono degli amici, delle persone care, quindi perché dovrei maltrattare e bistrattare un amico?

7) Appena inizio a leggere un libro con una sovraccoperta, la prima cosa che tolgo è proprio questa.
In teoria, la sovraccoperta dovrebbe servire a proteggere il libro; in pratica si tratta per lo più di edizioni che non hanno bisogno di protezione e spesso sono solo un vezzo o un modo per spillare più soldi al lettore (l’edizione in brossura di solito costa meno e comunque è identica all’altra). Per me, la sovraccoperta fa parte del libro, quindi vale la stessa regola detta su; inoltre, essendo di carta è molto più fragile della copertina rigida, quindi ha bisogno lei di protezione, non il libro. Lo stesso vale per i manga, ovviamente.

8)) Quando scarto un nuovo libro, la prima cosa che faccio è annusarlo</>
Perché non c’è niente di più bello dell’odore di un libro che conserva ancora l’odore della carta appena stampata! *_*

9) Mai sottolineare (o scrivere) su un romanzo. MAI.
Perché mi piace averli puliti – e intonsi, come ho detto su. Ovviamente, questo discorso non riguarda i libri universitari – su cui, tuttavia, uso solo la matita.

10) Fai le “orecchie” e/o rovina un mio libro e ti spezzo le manine!
Esistono delle cose bellissime chiamate segnalibri: ce ne sono di tutti i tipi, i colori, con mille e più immagini e didascalie, di musei e di eventi, di luoghi d’arte e pubblicitari. Quindi, perché rovinare un libro piegando l’angolino? Se proprio non si ha un segnalibro vero tra le mani, la fantasia viene in aiuto e qualunque cosa (possibilmente sottile) può diventarlo: il biglietto del mezzo pubblico, lo scontrino; persino una matita, anche se per poco tempo, per quanto mi riguarda, sia mai che si rovini il libro! >_> Io uso anche la carta igienica, quindi non mi dite che ci sono luoghi in cui non è possibile usufruire di niente, perché non è vero. E, se proprio mi dovessi trovare in una simile occasione, esiste sempre la mia memoria: trovo un modo per ricordare il numero della pagina ed evitarmi di far del male a un povero libro – cosa che non mi preoccuperei di fare qualora qualcuno provi a fare l’orecchio a un mio libro.
Non ho problemi a prestare un mio libro (anche se solo a persone di cui mi fido): sono una bibliotecaria, del resto, e sono per la condivisione della cultura. E, tuttavia, il libro è mio, non è tuo: con i libri che hai comprato tu, puoi fare quel che vuoi (al massimo ti regalerò un’occhiataccia, ma nulla di più); quando sono di altri, sei pregato di rispettare la proprietà altrui. È una regola importantissima, per me, e ovviamente non presto più nulla a chi non sa rispettare le cose degli altri, foss’anche una matita.

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