Innocenza

 Quando i bambini fanno "oh" c’è un topolino,
Mentre I bambini fanno "oh" c’è un cagnolino
Se c’è una cosa che ora so
ma che mai più io rivedrò, è un lupo nero
che dà un bacino, a un agnellino.

Tutti i bambini fanno "oh", dammi la mano
perché mi lasci solo"
Sai che da solo non si può,
senza qualcuno – nessuno – può diventare un uomo.
Per una bambola o un robot-bot bot
magari litigano un po’
ma col ditino, ad alta voce, almeno loro eh
fanno la pace

Così ogni cosa è nuova. e’ una sorpresa
proprio quando piove
i bambini fanno "oh", guarda la pioggia!"

Quando i bambini fanno "oh"
Che meraviglia! Che meraviglia!"
Ma che scemo vedi però, però
e mi vergogno un po’
perché non so più fare "oh"
e fare tutto come mi piglia
perché i bambini non hanno peli, né sulla pancia
né sulla lingua.

I bambini sono molto indiscreti
ma hanno tanti segreti, come i poeti
Nei bambini vola la fantasia
e anche qualche bugia, ‘oh mamma mia, badà
Ma ogni cosa è chiara, trasparente
che quando un grande piange
i bambini fanno "oh
ti sei fatto la bua, e’ colpa tua!"

Quando i bambini fanno "oh"
Che meraviglia! Che meraviglia!"
Ma che scemo vedi però, però
e mi vergogno un po’
Perché non so più fare "oh"
Non so più andare – sull’altalena, di un fil di lana
Non so più fare – una collana

Na nananana Na Na

Finchè i cretini fanno (eh)
Finchè i cretini fanno (ah)
Finchè i cretini fanno boh
e tutto il resto è uguale
Ma se i bambini fanno "Oh"
Basta la vocale
Io mi vergogno un po’
Invece i grandi fanno no
Io chiedo asilo, io chiedo asilo
come i leoni, io voglio andare – a gattoni

E ognuno è perfetto
uguale il colore
Evviva i pazzi che hanno capito
cos’è l’amore
E’ tutto un fumetto
di strane parole
che io non ho letto

Voglio tornare a fare oh
(voglio tornare a fare oh)
perché i bambini non hanno peli
né sulla pancia, né sulla lingua…

Voglio utilizzare il testo di questa canzone di Povia, per inaugurare questa nuova sezione che avevo in mente di aprire da un po’ di tempo. whisper of the wind, Tradotto in italiano, sarebbe sussurri del vento e a dire il vero non è che proprio mi piaccia moltissimo, ma lasciarlo in inglese, mi sembra quasi di sentirlo, in quell’allitterazione, il sussurro del vento… un sussurro che porta con sé melodie lontane, frasi perdute, con un significato tanto ermetico quanto particolare. Perchè ogni frase ha in sé qualcosa di magico che ci porta a riflettere e a meditare sui noi stessi, sulla vita, sul mondo…

Sì, in definitiva è questo che vorrei inserire in questa sezione: citazioni, frasi fugaci, testi di canzoni che hanno assunto per me un particolare significato e che hanno spinto il mio piccolo cervellino malato a fare, ogni tanto, qualche riflessione.

Quando dunque l’altro giorno sentì il titolo di questa canzone a "Top of the Pops", avrei voluto cambiare subito, tanto mi sembrava idiota. Ma poi non so cosa mi abbia trattenuto, così ho ascoltato tutto il testo di questa tenerissima canzone. E devo dire che ne sono rimasta affascinata.

Ricordo ancora, e con un certo affetto, quando il nostro regista, nel corso di teatro che frequentavo al liceo, ci diceva sempre: "Recitare in inglese, in francese, si traduce play e jouer. Lo stesso termine che traduce il verbo giocare. Il teatro è un gioco. E’ giocare. Seriamente. Come fanno i bambini. Loro non si vergognano di fare il papà e la mamma, il dottore e la paziente davanti agli adulti. perchè loro credono veramente nel gioco che fanno. Credono che in quel momento sia la realtà. Nonostante sappiano che stanno giocando. Quando improvvisate, quando recitate, dovete tornare bambini. Riscoprire il bambino che è in voi"

e mi vergogno un po’
perché non so più fare "oh"

Ebbene sì, me ne vergogno anche io. Perchè nonostante non voglia con tutte le mie forze, nonostante vorrei tanto poter giocare come giocano i bambini, senza la paura di essere presa in giro, senza tenere il giudizio dei grandi, io non riesco più a giocare così. E non riesco più a sognare come quando ero piccola l’amichetto immaginario con cui condividere i miei giochi, o a indovinare che animale si celi dietro una nuvola.

Nonostante ami inventare storie, creare personaggi e un mondo in cui questi si muovano, mi rendo conto che il genere i fantasia che serve per creare un racconto, è completamente diversa da quella che guida i bambini. Ormai sono diventata troppo razionale – e lo sono, anche se non sembra, lo sono molto – e non c’è cosa che io faccia che non razionalizzi.

D’altra parte questa mi sembra una cosa ovvia, perfettamente naturale: crescendo, molta della nostra innocenza, della nostra fantasia, del nostro stupirci al mondo, viene meno, sovraccarichi dei problemi che ci circondano, della realtà frenetica. R troppo, troppo razionalizzati da questo mondo che sembra davvero stia per finire, con tutta la sua violenza e crudeltà. Solo nei sogni si riesce a ritrovare quella istintività tipica dei bambini e neanche più, a giudicare dai sogni che faccio "a comando", di cui ho parlato qualche post fa.

Mi è venuta in mente una poesia che scrissi qualche anno fa, e con cui partecipai a un concorso. Chissà, forse è davvero solo la poesia, l’unica cosa che ci permette di restare ancora un po’ innocenti e bambini. Ed è per questo, forse, che i veri poeti adesso sono davvero, molto, molto pochi…

INNOCENZA

Guardi estasiato e curioso
il mondo attorno a te,
piccolo fanciullo.
Gioca bel bimbo gioca,
non crescere troppo in fretta,
vivi quel magico momento
in cui il mondo sembra bello.
Non crescere,
non guardare
la gente che muore,
la guerra che uccide,
la fame che strazia.
Gioca bel bimbo, gioca,
cogli la tua innocenza
e non pensare al domani che verrà.

4 Risposte a “Innocenza”

  1. Considerato il fatto che passo almeno tre giorni a settimana a giocare di ruolo, leggo favole, scrivo racconti, amo i giocattoli (a Monza cè la Città del Sole, un negozio favoloso pieno di giochi per grandi e piccini)amo la fantasia, e il mio sogno continua a essere quello di andare all’isola che non c’è (non mi vergogno a dire che fino ai 14 anni ho sempre tenuto la finestra aperta di notte clima permettendo), posso dire di essere fieramente tra quelli che ancora fanno oh. E se qualcuno mi guarda dall’alto in basso, come spesso mi succede, posso rispondere solo così:

    E ti prendono in giro se continui a cercarla ma non darti per vinto perchè chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di te

  2. *_* che bello un negozio così!

    E’ proprio vero che sono contraddittoria, infatti vado a momenti: ci sono quelli in cui mi comporto peggio dei neonati, altri invece in cui sono anche troppo seria -.-” Vado a periodi, ma forse dipende molto da chi è con me in quel dato momento e in quel dato luogo. Se avessi davanti quel negozio, anche io mi comporterei esattamente come te! *__*

  3. E’ chiaro che, crescendo, parte dell’innocenza infantile si perde. Ma, personalmente, avendo vissuto un’infanzia tutta particolare, mi ritrovo a divertirmi molto di più adesso che non da piccola. Non mi faccio nessun problema a giocare (a scadenze regolari faccio una visita ad un meraviglioso negozio di giochi dove ogni singolo giocattolo è provabile, con tanto di pile incorporate… e devo dire che quelli con cui mi diverto di più sono quelli della chicco, quelli in cui bisogna schiacciare pulsanti o tirare cordicelle, che poi fanno un casino bestiale! XD io e una mia amica abbiamo giocato per mezzora con un Pippo parlante, che serviva per insegnare al bambino la destra e la sinistra.. XD ci ha incasinato tantissimo! XDD io ancora devo pensare che la destra è la mano con cui scrivo… ad ogni modo, mangio schifezze, sono capace di spendere dieci euro in caramelle, guardo i cartoni animati, gioco coi giocattoli dei miei cuginetti più piccoli e con quelli dei negozi, non mi perdo un film della disney (anche perchè – del resto – non sono più per bambini piccoli), leggo i grandi classici per bambini (io adoro l’Isola del Tesoro *_* e da bambina la snobbavo! Ma perchè ero così scema?)

    Posso dire con orgoglio che, se c’è da “fare oh”, ci riesco benissimo ancora.

    Senza alcuna vergogna, fra l’altro. Del resto, non ce ne sarebbe motivo. Sarà che da bambina c’è stata una coincidenza di cose per cui non mi sono potuta divertire come volevo, e ora quindi voglio recuperare quello che ho perso, ma non fatemi crescere se crescere significa non divertirsi più. Mh, sarà per questo motivo che rifuggo quasi tutte le responsabilità e che guardo con ansia ai miei coetanei che già lavorano/mettono su casa/fanno figli/si sposano? …

    Probabilmente. E per copiare un urlo tipico di Cielo, “Peeeteeer… portami con teeee!”

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