Cultura

E’ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale, purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti che l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione mezzi per fotocopiarli, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.

Questa frase molto profonda e con un significato intrinseco su cui sto ancora cercando di lavorarci, come sto cercando di comprendere chi sia il grande luminare che l’ha scritta, )(ma forse è il mio unico neurone che non ci riesce! Mah..!), mi è capitata sotto gli occhi stamattina, mentre riprendevo tra le mani il libro di storia della scienza e della tecnica, esame che dovrei dare se domani supero codicologia – di cui per la cronaca oggi non ho aperto libro e su cui sono troppo tranquilla.. quindi, domani, mi aspetto davvero una catastrofe.

Non che non abbia mai notato questa perla di saggezza, anzi. La prima volta in cui mi sono imbattuta in queste parole, stavo sfogliando un libro fotocopiato di letteratura greca scritto da Luciano Canfora. 800 pagine per un ammontare di 60 €, appartenente a una mia amica con problemi economici e che per pagarsi gli studi universitari, durante il week end deve lavorare. Curioso, non trovate? Ancora più divertente, è stato ritrovare la medesima scritta sulla terza pagina di un libro di storia dell’arte di 183 €. Un libro ben fatto, con splendide immagini a colori, non ne dubito.. ma che serviva alla stessa ragazza su citata. Oh, dimenticavo, anche su un testo di medicina, di 350 €, che dove acquistare una ragazza che lavora con la su citata. Libro che, per la cronaca, è stato scritto dalla stessa docente che, all’esame pretende al copia che lei autograferà, come se fosse un divo di Hollywood. Ridicolo.

… opera ai danni della cultura.

Ricordo la definizione che Lan ha dato della parola ridicolo nel suo blog e non posso fare a meno rapportarla anche a questa frase. Ridicola. Come del resto tutto il testo da cui è stata tratta.

Sono la prima a credere che un libro sia alla base della cultura (scherziamo? Non avrei scelto la facoltà, anzi il curriculum, che frequento, se non adorassii libri con tutta me stessa!). Come sono anche la prima a credere che la cultura va incentivata e coltivata e che i libri sono uno strumento essenziale per farsela. Ma sono anche la prima a credere che ci sono anche dei mezzi che l’Italia (parliamo di Italia, visto che viene chiaramente detto che queste leggi riguardano l’Italia) potrebbe usare per aiutare a veicolare la cultura. Ma che non riesce a vedere. O forse non vuole?

NOn so voi, ma io non riesco a non scorgere una contraddizione di fondo tra l’idea attuale del veicolare la cultura e il fotocopiare un libro. Come del resto noto una contraddizione intrinseca in tutto il brano. Ancora complimenti all’autore.

Ma analizziamolo con calma.

Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale,

Ordunque, la fotocopia non può essere utilizzata se non con un fine prettamente personale. Ma del resto, io che fotocopio un libro, non lo devo utilizzare per me stessa quel testo per studiarlo? Non è dunque a fini personale?

Certo, ma…

purché non danneggi l’autore.

L’autore dei libri che vedono comparire nelle prime pagine questa scritta, non sono certo persone che non hanno altre attività, anzi. Di solito si tratta di testi esplicativi, o comunque inerenti a una conoscenza specifica in un settore in cui gli interessati lavorano. Ci lavorano e vengono pagati. E se vengono pagati non sono così completamente morti di fame (e tra l’altro per pagare per veder pubblicato il proprio testo – perché si paga, ve lo assicuro, e anche un sacco di soldi – vuol dire che proprio al verde non stanno. Essendo comunque esperti del settore entro cui pubblicano, che siano professori universitari, scienziati e simili, hanno dunque altre occupazioni a cui si dedicano (un prof di medicina, molto spesso è un medico, uno di giurisprudenza, un avvocato… un paleografo – studioso di scritture antiche – lavora su testi e fa pubblicazioni che non riguardano semplici studenti, ma persone interessate che non si vanno certo a fare fotocopie.

I veri scrittori che invece guadagnano il pane dai propri libri, sono di solito quelli di narrativa (e oggi neanche più). E i loro testi, possono stare tranquilli, non vengono certo fotocopiati, casomai prestati. Non ho mai sentito di una persona che ha fotocopiato "Il signore degli anelli". Voi sì?

Che poi, ironia della sorte, questa perla di saggezza non compare nella terza pagina di questi libri… chissà come mai…

E’ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

Oh bella. Ricordo che tutti i miei prof, da quando sono studentessa, fotocopiano libri. Vuol forse dire che finiranno tutti dietro alle sbarre? Certo, visto che facciamo uscire tanti detenuti veramente pericolosi, non mi stupiscano che non sappiano più riempire le carceri….

Andiamo, non scherziamo. Ogni scuola è dotata di fotocopiatrice, come anche le cartolerie e addirittura ci sono copisterie apposite. Le quali, per ogni copia che fanno, versano un tot allo Stato (oltre che alla ditta della macchina). Quello stesso Stato che scrive queste sciocchezze.  Non ho mai visto andare controlli fiscali – mandati dallo Stato, se la memoria non mi inganna – in una cartoleria e guardare in tralice una fotocopiatrice. Più che altro, ho visto gente farsela fare, la fotocopia.

E ora torniamo alla mitica frase con cui ho aperto questo post:

opera ai danni della cultura.

Ok. mettiamo che abbiano ragione. Una fotocopia uccide la cultura. Un libro fotocopiato spezza la vita di un autore (ma poverino!).

Un libro di 40 € più sottile della mia agenda per gli appunti, invece, uccide il portafoglio di tanta gente che per studiare, per potersi trovare un lavoro, per poter mantenere la propria famiglia, un giorno (visto che se non hai uno schifosissimo pezzo di carta – ah, poveri alberi! questo ha detto il protocollo di Kyoto? – non vai da nessuna parte Ma forse, del resto il lavoro abbonda, non lo sapevate? E’ per questo che continuano ad alzare l’età pensionale!) vuole prendersela, una maledetta laurea e forse farsi un po’ di cultura. Laurea, poi, che una persona può prendersi solo se paga milioni di tasse, si paga i mezzi, si compra i libri.

Fortunato chi ha tutti e due i genitori che lavorano.

E chi non può? Cosa fa? Lascia gli studi? E la cultura come se la fa? Andando in biblioteca, a leggere? O bella, e se adesso mettono anche il pagamento per il prestito in biblioteca, come deve fare? Deve restare ignorante a vita? E se vuole far campare la famiglia, trovandosi un lavoro, anche un semplice spazzino – ops, dimenticavo.. operatore ecologico… cambiare terminologia per indicare la stessa cosa.. che ipocrisia…  In ogni caso, discussine inutile, visto che anche per pulire le strade serve il diploma! – come può dunque perdere tempo ad andare in una biblioteca?

Eppure, signori miei, è così che ci si crea una cultura. Confortante, non è vero?

4 Risposte a “Cultura”

  1. Concordo su tutta la linea, ho avuto anch’io brutte esperienze di professori che fanno pagare centinaia di euro per libri completamente inutili….

  2. Effettivamente hai ragione, solo che purtroppo ci stiamo avviando ben bene verso una fase regressiva… se non si ferma la privatizzazione presto torneremo a scenari d’altri tempi in cui la cultura era appannaggio delle classi più agiate mentre i “poveri” non potevano certo permettersi di mandare i loro figli a scuola.

    Tutto costa troppo, dalle tasse ai libri… io ho sempre fotocopiato o comprato libri usati, e per quanto possa aver danneggiato la cultura non ho fatto danni alla mia, anzi…

    mi permetto un pò di egoismo!

    Non mi è mai capitato di aver a che fare con un professore che autografa le copie del suo libro… se mi fosse capitato gli avrei presentato le fotocopie, ho sempre avuto una certa faccia tosta da questo punto di vista. Daltronde quando ripeto in corridoio prima di un esame lo faccio tranquillamente con le mie fotocopie… io un libro di storia dell’arte non me lo posso permettere per quanto possa apprezzare le belle immagini a colori! Costa troppo!

    E poi le fotocopie le faccio tranquillamente anche in dipartimento… comprare un catalogo di mostra equivarrebbe ad un tracollo finanziario!

    Viva la cultura democratica!

    Ciao, Murasaki

  3. O.o Oddio, sta cosa non la sapevo!

    Comunque è vero,il discorso è lo stesso per cd e dvd, con la differenza che quelli sono per un piacere persnale, nonper studiare.

    Anche da me ci sono prof così. Per esempio, la prof di codicologia, visto che il testo che avremmo dovuto usare costa 160 € e che, la riduzione che la mia prof aveva chiesto per gli studenti costava comunque 80 €, lei ha replicato che se lo potevano pure tenere caro caro, il testo, noi avremmo studiato dalle sue spiegazioni (chiarissime *__*).

    IO compro unlibro e li fotocopio anche. Dipende molto dal libro. Se si trata di un libriccino di 200 pagine, scritto con caratteri enormi, a 18 €, se lo possono sognare! >_

  4. Concordo con forza su tutta la linea!

    Fino a prova contraria, c’è cultura se c’è diffusione della stessa. E se questa viene trasmessa attraverso il libro, più libri circolano, più la cultura prospera. Ora, legalmente può non essere un bene che circolino copie “non autorizzate” del testo in questione. ma ai fini della cultura tout court, è una sciempiaggine che i libri fotocopiati la uccidono. Anzi, la rafforzano. Queste sono nozioni fresche fresche, appena apprese per l’esame di filologia, da libri (non fotocopiati). Quindi da cultura legittimata.

    Come al solito, si lasciano correre i grandi ladri (quelli che fanno falsi in bilancio, che evadono le tasse ecc.) e si va a rompere le scatole al cittadino che deve impegnare un rene per dare al figlio un’istruzione decente. E se il discorso è già irritante quando riguarda, ad esempio, la pirateria (non difendo chi guadagna illecitamente vendendo cd o dvd non suoi, ma non mi sembra che far pagare 20 -30 euro per un suddetto prodotto non equivalga a sua volta a un furto…). Ma infondo si può anche sopravvivere senza un cd o un dvd. Non si può dire lo stesso per i libri che serviranno alla formazione delle persone.

    Per fortuna, nella mia università ci sono professori piuttosto illuminati, che non solo fanno in modo di fornire per bene le biblioteche interne dei libri che intendono usare, ma che tendono a sceglierli tra quelli a portata di tutti (il più costoso che avrei dovuto acquistare costava 100 euro, e aveva un grande distacco dagli altri, che si aggirano al massimo sui 20 euro) e addirittura a prestarli direttamente agli studenti, se ne hanno la possibilità. Li apprezzo molto per questo. Se trovassi un professore che pretende che io compri una copia del suo schifosissimo libro e – per provargli l’acquisto – gliela dovessi presentare all’esame, gli augurerei tutto il male del mondo!

    Se il prezzo di un libro non è eccessivo, anche io preferisco comprarlo, anche perchè è iù bello studiare su un libro vero che su uno fotocopiato. ma non posso ipotecare la casa per avere i libri che mi servono.

    Sapete che addirittura adesso certe copisterie si rifiutano di rilegare le fotocopie, perchè se la Guardia di Finanza lo sapesse le multerebbe?

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