Capodanno 2010

Ok. *Si guarda intorno guardinga*
Sono tornata da quasi una settimana, eppure non ho avuto tempo di scrivere nulla sul viaggio. Mi rendo conto che dovrei vergognarmene profondamente, ma va beh, chi sa, ha visto che non sono stata a girarmi i pollici, e il post scorso lo dimostra; senza contare che, oltre a quello, ho anche tentato di mettermi in pari con tutto quello che seguo, tra ff da scrivere, commentare, leggere, anime e manga da leggere e vedere e altro. Ah, che si sappia: gli anime sono ancora lì a marcire, ma tant’è. XD Prima o poi troverò il tempo di recuperarli. Spero.
Ma non divaghiamo e torniamo al viaggio. Sì, perché, per chi non lo sapesse, la settimana di Capodanno l’ho trascorsa da Salisburgo, con capatine a Monaco, Trento e alcune località limitrofe.
In realtà molti aspettano un resoconto molto dettagliato della gita, ma, mi spiace dirvelo, temo che non arriverà. XD
No, non lo faccio per cattiveria, ma semplicemente perché non si può raccontare cosa ho provato mentre visitavo le miniere di sale di Salisburgo (quelle che hanno reso ricca la zona e che hanno dato il nome alla città "Città del sale", appunto, e nella quale per secoli hanno lavorato e faticato tantisismi uomini), vestiti tutti di bianco come neanche tanti malati, perché nelle saline non era consigliabile girare con i nostri abiti soliti, per le sostanze che cadono dalla roccia, oppure quando ho sentito la marcia di Radetzky suonata dall’orchestra della TV austriaca, dal vivo, mentre fuori i fuochi di artificio ci auguravano un buon anno nuovo; non si può descrivere la felicità che ho provato quando ho incontrato Sabine, la mia "pen friend", come si diceva una volta, con cui ho intrattenuto rapporti epistolari prima, di email e internettiani poi, per anni; non si può spiegare a voce cosa si prova quando si visita la Kaiser Villa, la residenza estiva di Sissi e Francesco Giuseppe, la casa che l’arciduca regalò a sua moglie per il loro fidanzamento, e soprattutto quando entri nella stanza dove CecchoPeppe firmò la dichiarazione di guerra alla Serbia, decretando l’inizio della guerra, quando incontri e stringi la mano al pronipote di Sissi (magari chiedendoti se ha anche figli o nipoti della tua età, perché un regalo del genere a te schifo mica farrebbe…). Non si possono descrivere gli abeti pieni di neve, le bufere, le Alpi e le Dolomiti, viste sempre sui libri e per una volta guardate dal vivo.
Cosa ho fatto, mi chiedete?
Sono salita su una funivia. Ho visto, dal vivo, gente che sciava esperta e altra che imparava. Ho toccato la neve, soffice, morbida, sotto i propri piedi (non come la nostra, che gela subito e ti fa scivolare ogni due per tre), a cui non sono abituata, perché qui la neve la vediamo poco e niente e, quando succede, ce ne stiamo in casa al calduccio, senza neanche considerare l’idea di mettere il naso fuori…
Ho bevuto birra, lì. Tanta. Boccali da mezzo litro che non sembrano, tanto era buona e scendeva, più dell’acqua. Acqua, che, tra parentesi, vi consiglio di non comprare neanche se state morendo di sete, perché 6 euro la bottiglia è un furto bello e buono – non che tutto il resto costi meno, eh, sia chiaro, nonostante ci fossero già i saldi!. E meno male che sono pieni di fiumi! E noi che qui non ne abbiamo, in Puglia, a quanto dovremmo farla pagare?
Sono stata a casa di Mozart. Ho visto – pagando la bellezza di 7 euro, che mi sembrano un tantino troppi, ma tant’è, mica ci vado di nuovo! – tutti i regali che il piccolo genio ha ricevuto in dono da re e regine in giro per il mondo per le sue qualità; ho visto i ritratti, ammirato il suo primo violino e il pianoforte; sono stata al Mozart dinner concert, dove hanno suonato alcune aree più importanti di Mozart, in abiti dell’epoca; sono salita sulla torre della TV nel parco olimpico di Monaco (sì, quello famoso), dove ora c’è un museo sul rock, con tanto di dischi dell’epoca e jude-bpox funzionanti.
Ho assaggiato le famose palle di Mozart, ho capito che lo strudel mi fa schifo, che i crauti non fanno per me, che le zuppe di miso sono centomila volte meglio di quella roba che ci hanno propinato, che mangiano troppo pesante e calorico, nonostante mi paia anche ovvio, visto il clima che hanno. Abbiamo scoperto come indicano le toilette nella zona di Merano, sia per gli uomini, che per le donne (sì, lo so: non siamo normali nel fotografare cessi! XD)
Sono entrata nel Hofbräuhaus, la birreria più antica di Monaco, proprio di fronte all’Hard Rock Café e lì ho visto dei balletti tradizionali, con gente che indossava abiti tradizionali; ho visto il carillon, ossia il municipio di Monaco, anche se mi sono persa il momento in cui il carillon suona, perché era troppo tardi; ho sentito una messa in tedesco, di cui non ho capito una cippa….
La sera di Capodanno, l’ho festeggiata nel salone delle feste di Stieglkeller, con ottocento persone di stati tutti diversi tra loro; ho fatto gli auguri ad un gruppo russo due ore prima delle 12, perché per loro la mezzanotte era arrivata prima, a Mosca, mentre all’una ci siamo uniti nei festeggiamenti di un gruppo portoghese; per la prima volta in vita mia, ho ricevuto un baciamano da un russo, per aver tradotto, dall’inglese, ad una del mio gruppo il suo desiderio di ballare con lei e i suoi complimenti alla ballerina; sono stata per la prima volta in un taxi enorme austriaco, ma confesso che avevo troppo freddo per gioire di questa cosa.
A Merano, ho visto quei mercatini di Natale tanto famosi in quelle zone e ho scoperto dove si tenne, secoli fa, il tanto famoso conciclio di Trento (anche se non siamo entrati); a Salisburgo sono entrata nella chiesta in cui è stato girato il matrimonio in Tutti insieme appassionatamanete, film che amo e adoro e mi hanno raccontato anche alcuni aneddoti sulla vera storia della famiglia Trapp, quella che ha ispirato il film (per chi non lo sapesse: seppur romanzata, la storia della famiglia Trapp, è vera: Maria Augusta Trapp scrisse anche le sue memorie e i cantori della famiglia Trapp esistono ancora. Ovviamente ho cercato in lungo e in largo il libro, ma senza successo, né qui né a Salisburgo T__T).
Ho riso, riso tanto, con la compagnia fantastica che ho avuto anche in altre gite, alle battute del capogruppo e non, ho chiacchierato con persone molto più adulte di me, in tranquillità, come se fossimo amiche, anche su temi abbastanza seri, come la politica, l’omosessualità e la religione; mi sono divertita tantissimo, durante il matrimonio del secolo (di mia sorella con… ehm… un giovane aitante e baldanzoso, come direbbe la Balliana), durante la lotteria (che mi ha fatto vincere un bellissimo bicchiere di carta cristallo di Boemia impreziosito di Swaroscy) e prendendo palesemente in giro le guide che abbiamo avuto (effettivamente, due personaggi uno più dell’altro…).
Il tutto, grazie a un autista fantastico, che non ci mai fatto pesare il fatto che la strada fosse disseminata da curve e da tornanti (e noi eravamo sedute anche dietro, quindi fatevi due conti). Non credo che Antonio passerà mai di qui, ma ancora una volta vorrei ringraziarlo: è stato semplicemente un grande!
Ho capito che il tedesco non fa per me, non mi piace e non vivrei mai lì solo per non impararlo. Con buona pace di mio padre, che lo parlucchia e di chi lo ama; non sono riuscita ad imparare più di due o tre parole, tra cui un "Danke" che manco mi veniva voglia di dire in quella lingua.
E ho parlato inglese. Io, che non parlo in quella lingua da… anni? Ho tradotto agli altri quel che c’era scritto nella casa di Mozart, rigorosamente in inglese e tedesco, ho fatto da tramite con camerieri e russi; ho finalmente capito che quella lingua che tanto odio a qualcosa mi è servita. E non dirò certo grazie alla scuola, se non ho rimosso tutto, ma ai manga e agli anime che seguo in quella lingua.
Certo, magari avrei preferito che la mia digitale non mi lasciasse sul più bello, inceppandosi non so manco perché, che il mio ombrello evitasse di rompersi proprio quando diluviava, che il giorno di Capodanno non avessimo trovato chiuso praticamente tutto, che la guida a Monaco spiegasse un po’ meglio e corresse meno e che quella salisburghese non ridesse come il cretino ogni volta e che la piantasse di ansimare, che faceva venire l’ansia.
Ma, in fondo, sono piccole cose in confronto a quello che ho visto, vissuto, imparato e sentito.
Mi auguro che anche il vostro inizio d’anno sia stato altrettanto strepitoso!

PS: altre foto sono dispinibili su FB per chiunque mi abbia tra i suoi amici; se volete vederle, potete richiedermi l’amicizia, oppure il link per chi non ho tra i contatti, ma privatamente.

4 Risposte a “Capodanno 2010”

  1. XDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD Oddio, interpretandola così fa morire anche me! XDDDD
    Eh, sì, qui no sappiamo quasi cosa sia la neve, quindi eravamo tutti *_* C’è da dire però che, per quanto faccia freddo, si sta meglio di qui quanco ci sono le stesse temperature, perché il clima lì è più secco.

  2. "per la prima volta in vita mia, ho ricevuto un baciamano da un russo"

    Questa mi ha fatto morire: cioè, ho avuto la visione di te che calcoli le nazionalità di tutti quelli che ti fanno il baciamano, e alla fine esulti per il nuovo record quando vieni baciata anche da un Russo XD
    (Lo so che il senso della frase era un altro, molto probabilmente, ma io mi sono immaginata un collezionismo di baciamani da diverse parti del mondo… )

    Detto ciò, ho sorriso tanto per il tuo entusiasmo per le Alpi e la neve alpina, che avevi visto solo in foto e che adesso hai toccato con mano. Sarà che io ci vivo praticamente in mezzo, ma… mi ha fatto proprio sorridere

  3. Bellissime foto! *_*
    Non ti preoccupare che anche io faccio schifo a raccontare, infatti non ho parlato di Lucca per niente alla fine! X°DDD
    Si vede che ti sei divertita e hai visto cose fantastiche! *_* Un abbraccio!

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