Yuu Watase

Oggi, finalmente, dopo mesi di progetti saltati per le più diverse motivazioni, complice il fatto che fosse il compleanno di Gra, io, Ale, Gra, Angelo e Annamirka siamo riusciti finalmente a vederci tutti insieme.

Inutile dire che tra le tante sciocchezze dette e fatte, il momento più bello è stato lo scambio dei manga. Provate a pensarci: tre persone che non si vedono da un po’ che devono scambiarsi le loro letture preferite. Io ho lasciato ad Anna due buste e una a Gra, mentre mi sono ritrovata con volumi e volumi di manga, con un peso infinitamente maggiore a quello che avevo al’inizio (e meno male che Anna non mi ha riportato i miei manga!), mentre Ale ci guardava tra lo schockato e il preoccupato.

Tra i manga che ho avuto il piacere di stringere tra le mani, ci sono Appare Jipangu (c’era una volta in Giappone), l’ultimo di Ayashi no Ceres, la seconda serie di Fushigi Yuugi e il primo volume del nuovo Imadokit! (ai giorni nostri!)

Adoro la Waase. Alcuni potrebbero dire che i suoi personaggi sono tutti uguali, come disegni, e in fondo è vero (di solito il tratto dei mangaka tende sempre a rimanere uguale, salvo rare eccezioni), ma a me piace: fresco, chiaro, arioso. Non un disegno pesante e gotico alla Kaori Yuki, non banale e bambinesco, adatto tuttavia allo shojo.

Ma di un autore, importante, ma non fondamentale, almeno per me, non è tanto il disegno quanto le storie. I personaggi sono sempre ben caratterizzati, con uno spessore psicologico ed emotivo davvero profondo, che porta il lettore a schierarsi inevitabilmente, con uno o con l’altro personaggio, ma a soffrire e a comprendere comunque e fino in fondo le scelte di ognuno. 

Le avventure dei vari personaggi – perchè non si trata mai di una semplice e banale storia d’amore, l’avventura è sempre un ingrediente fondmentale delle storie della Watase – sono sempre accompagnate da un tocco di umorismo e di romanticismo che non guasta mai, ma serve a rendere ancora più accattivante la storia.  

Se dovessi consigliarvi un manga della Warase, non avrei un attimo di esitazione nel proporvi Appare jipangu, il manga che, forse più degli altri, mixa perfettamente gli elementi che hano reso tanto famosa questa autrice. E che ci dimostra quanto, anche solo in tre numeri, si possa creare dei personaggi davvero indimenticabili.

La giovane Yusura è un personaggio tipico dei manga: simpatica, esuberante, ma un autentico maschiaccio (tanto che addirittura la scambiano per un ragazzo, ricevendo di solito una brutta botta ^^). Il suo più grande amico è Kongomaru, un bastone in grado di captare e assorbire la tristezza della gente. Yusura è una mitigatrice di tristezza e usa il potere del suo bastone per lanciare contro i suoi nemici la tristezza accumulata nel bastone e convertire i malvagi.

Le mirabolanti avventure di Yusura e dei suoi amici (tra Kazanosuke, un ninja un po’ arrugginito (e pure mezzo manaco -.-) e Samon, un samurai che molto samurai non è, innamorato della scapestrata Yusura e.. ricambiato(?)) sono ambientate nell’antica Edo, forse un po’ troppo moderna per essere davvero una città medievale.

E così le mirabolanti e folli avventure della protagonista, accanto a ninja e samurai, shogun e villaggi medievali, ritroviamo invenzioni ed lementi dei tempi moderni: occhiali salvavista, citazioni di libri famosi, elementi caratteristici di una cultura troppo lontana da quella narrata, ma che costituiscono uno dgli elementi più esilaranti dell’intera vicenda.

Una storia comica, avventurosa, e romantica, le cui scene, dolci, ma non smielate, quel tanto basta per far battere un cuore innamorato, rendono questo uno dei minimanga più belli ch abbia letto. E che consiglio a tutti gli amanti delel storie alla Takahashi di leggere!

5 Risposte a “Yuu Watase”

  1. In effetti, Cielo, conoscendoti Fushigi non me lo ci vedo proprio adatto a te O.o

    Tra i tre manga finora letti è quello che mi piace meno, forse perchè i personaggi sono molto stereotipati.

    Tuttavia a me quei personaggi come MIaka piacciono ^^” Svitati e casinisti!

    Ok, adesso credo si capisca moooolto di me!!

  2. Mi hanno parlato molto bene di “c’era una volta in giappone” ma non ho ancora avuto modo di leggerlo… mannaggia >.<
    Però terrò a mente il tuo consiglio e mi procurerò Appare jipangu (ha un nome in italiano?).

    Piuttosto, ho letto nella descrizione che tra le cose che odi ci sono i ritardatari cronici… accidenti, io appartengo alla categoria ç__ç nuuu ce l’hanno tutti con noi ritardatari! E per quel che riguarda “Il regno del drago d’oro” che ho visto stai leggendo… mi è piaciuto moltissimo (tutta la serie è molto bella). Un’altra cosa, Faletti è un genio (e con questa concludo la lunga serie di note che non interessano a nessuno).

    Un bacione,

    Luna! =^.^=

  3. Personalmente mi sono divertita davvero molto leggendo ‘C’era una volta in Giappone’,un manga fresco e allegro dove ogni elemento è una piccola e preziosa tessera che va a comporre un puzzle di tante avventure,immagini e sensazioni indimenticabili. Si, davvero divertente!^^ Senza dimenticare la morale ispirata da Kongomaru: ‘impara a comprendere la sofferenza altrui e prendi coscienza delle tue colpe’.

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