Tristi anniversari

Oggi, primo luglio, è il compleanno di mio padre.

Oggi, alle 01.00 dell’anno scorso, morì mio zio, fratello di mio padre.

Il 3 luglio, invece, è un anno che è morto mio nonno, padre di mio padre.

Padre e figlio a due giorni di distanza.

Ripensandoci oggi, a distanza di un anno, ricordo che tutto questo lo vivemmo come qualcosa di estraneo, lontano dalla realtà. Sembrava quasi un classico film americano, in cui muiono 50 persone nel giro di pochi minuti, e tu sei l’eoe, non hai tempo di stare a piangere nessuno, devi andare avanti e lottare per portare a termine la tua missione.

Alla fine, nel raccontare quello che ci accadde, sembra quasi che stia raccontando una barzelletta un po’ macabra. E in fondo, strappa un sorriso, quasi, il fatto che, quando furono affissi i manifesti, quelli di mio nonno furono posti esattamente sopra quelli di mio nonno, o il fatto che le due veglie furono celebrate nella stessa chiesa (curioso e terribile fu il fatto che il giorno dopo il funalerale di mio nonno, avrebbe dovuto tenersi un matrimonio e che invece non ci fu, perchè i due sposi avevano rotto il giorno prima delle nozze! O.O), con la celebrazione tenuta dallo stesso sacerdote – amico di mio zio e di tutta la mia famiglia, praticamente. E che dire di quando mia madre diede la notizia a mia sorella? In quel momento lei era per strada e, fortuna volle, aveva incontrato io cugino, il figlio di mio zio e immediatamente lo aveva informato della notizia. la reazione di mio cugino fu tutt’altro che strana: "azz!" si limitò a commentare, ma solo noi potevamo capire cosa significassero quelle tre lettere. Come anche il fatto che non feci in tempo a dire ai mie amici che er morto mio zio che li avvisavo dell’altra notizia.

La scena che ne seguiva era più o meno questa:
io: sai,è morto mio nonno!
persona: sì, me l’hai detto!
io: no, quello era mio zio!

Oppure:

io: sai è morto mio nonno..
persona: ma come, non era tuo zio?

Le battute su questa cosa si sprecherebbero, e anche noi avevano scelto la via del riso (della serie: ridere per non annegare in una valle di lacrime), pensando a "quanto mio zio aveva pensato finalmente di starsene in pace, per un po’, lassù, e invece subito il padre l’aveva raggiunto per criticarlo e punirlo anche lì!".

Strano a dirsi, ma in quegli ultimi giorni avevano sospettato che si sarebbe verificata una cosa del genere, sebbene fino a pochi giorni prima, avremmo stentato a crederlo.

Mio nonno, dal Natale precedente, aveva niziato a dare segni di stanchezza: lui, abituato da piccolo ai lavori in campagna, a spaccarsi la schina sotto il sole, è arrivato alla veneranda età di 90 anni senza un acciacco o un problema. Mio padre una volta, se lo vide salire spaventosamente su un albero perchè "sicuro che aveva potato bene?!" Negli ultimi anni, solo qualche ernia e problemi di bronchite, ma fu nell’ultimo anno che non usciva più e, dal Natale, era stato costretto a letto. La vecchiaia avanzava prendendosi in pochi mesi la rivincita su un uomo sempre attivo, che non stava mai fermo.

Con l’arrivo dell’estate e del caldo opprimente, tutti avevamo sperato che il suo dolore finisse presto, perchè non era giusto, una persona così attiva non meritava di stare fermo lì, con piaghe per tutto il corpo. Come non lo meriterebbe nessuno. Non lo avvertirono neanche ella morte del figlio, anche se mio nonno ragionava benisismo e sono sicura che lo aveva intuito da solo.

Mio zio invece stava male. E’ da non so più quanti anni che aveva un male incurabile e tutti i medici ogni volta, da anni, gli davano sì e no sei mesi di vita. Ma lui stava bene, diceva: continuava a fumare, ad andarsene in giro, a non fare terapie, a vivere alla chemenefregatantotuttidobbiamocrepare. Dimagriva e dimagriva, lui che era un buon gustaio e un bellissimo uomo, ma non gli importava. E’ riuscito a vedere una delle figlie sposate e a diventare nonno. La sera prima che fosse ricoverato, mia zia lo aveva visto e lo aveva pure salutato.

E’ rimasto fermo in ospedale per 15 giorni, stazionario, ma grave. Poi, in meno di 12 ore tutto è peggiorato e nel cuore della notte sapemmo la notizia. Ce l’aspettavamo. Avremmo dovuto essere preprarati, e in un certo senso lo eravamo.

Sono contenta che per i miei nonni materni sia stato così diverso: l’uno, infarto, veloce, rapido, indolore. Mia nonna, qualche giorno d’ospedale, ma stava benssimo, tutti noi non avremmo mai creduto che sarebbe successo. Un paio d’ore, anche meno. Senza soffrire.

E’ proprio vero, aveva proprio ragione il grande Totò. Siamo diversi, viviamo vite diverse, ci comportiamo in modo diverso, siamo di strati sociali diversi… ma alla fine ‘a livella ci rende tutti uguali

6 Risposte a “Tristi anniversari”

  1. Ultimamente, però, mi sto rendendo conto che nemmeno la Morte livella più di tanto.. o meglio, non la Morte in sè, quanto l’agonia. Perchè se io sono ricco, posso permettermi di crepare in un ospedale decente, con tanto di antidolorifici, sedativi, operosità di medici attorno a me e supporto dei miei familiari. Se sono povero, mi tocca crepare fra mille dolori, che tanto non posso prendermi le medicine per non soffrire, e arrangiarmi a schiattare per quello che mi spetta. Fase di pessimismo acuto?

    Mi avevi accennato a quel periodaccio di lutti… certo dev’essere stata una bella botta. Adesso anch’io vedo che le persone intorno a me stanno diventando vecchie, e mi spavento. Per tutta la mia infanzia non ho mai assistito a funerali, neanche uno, e adesso pian piano le persone cominciano a lasciarmi. Spero di riuscire a raggiungere in fretta l’equilibrio verso questo aspetto della vita: ancora non ci riesco, ma vorrei riuscire a guardare alla Morte come qualcosa di naturale, ciclico. Che dunque non deve spaventare. Un po’ come San Francesco… con la differenza che io sono ancora molto lontana dall’arrivare al traguardo..

  2. Uh ç__ç commovente. Effettivamente pero’, in certi casi quando una persona soffre é meglio che muoia per smettere di provare dolore. E’ successo con una mia zia, ed effettivamente sono stata contenta che le sue pene siano finite. Comunque coraggio =>__

  3. mi disp-_-..

    ho letto ke parti per un viaggio*_*ma nn avevi l esame di storia??beh qnd torni ci dirai dove sei stata, ti auguro di trascorrere una bellissima vacanza allora!

    un abbraccio e a presto!ila

  4. Dispiace anche a me naco, sul serio…e capisco un po’ quello che dovresti avere passato, ma dico un po’ perchè ognuno è una persona a sè stante con i suoi pensieri e le sue reazioni!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.