Omega e Alfa: la fine e un nuovo principio.

A guardare bene, questo blog ha ormai sei anni di vita. Lo aprii durante il secondo anno di università, in uno di quei momenti che mi prendono ogni tanto, in cui mi dico: «Ma sì, che fa?».

In sei anni, questo blog ha visto tante cose. Ha sopportato i racconti della preparazione di tanti esami (storia contemporanea. Vogliamo parlare di storia contemporanea? E quando raccontai dell’esame di diplomatica? E le mille e una scoperte del laboratorio di restauro del libro?  E letteratura latina?), mi ha conosciuta innamorata e cinica sull’amore, ha visto una laurea triennale e, in questi mesi, si è sorbito il racconto della preparazione di una tesi specialistica.

Giovedì 24 marzo, alle tre del pomeriggio, anche questa fase della mia vita universitaria si è conclusa. Giovedì 24 marzo la Distaso, la preside della nostra facoltà, mi (ci) ha dichiarata dottore in scienze dei beni archivistici e librari, con una tesi in storia del libro a stampa e dell'editoria intitolata "Realtà e prospettive dell'editoria multimediale", con votazione 110/100 e lode. Da ora in poi, questo blog vedrà una nuova fase della mia vita: che sia una fase di disoccupazione, di lavoro, si tirocini, di master, non lo so; ma sarà comunque qualcos’altro.

E questo un po’ fa paura. Di più: terrorizza.

Ne parlavamo già venerdì, io e Tania, ma forse sarà solo da domani che me ne renderò pienamente conto, visto che questi giorni sono stati densissimi: ci credete che sono stata a casa soltanto ieri?

La mia settimana è partita lunedì, quando sono dovuta andare a Bari per consegnare a Sisto la copia rilegata della tesi «così almeno potrò leggerla, visto che non ho potuto correggerla. Ma ti conosco, so che scrivi bene, quindi non mi preoccupo». Io un po’ sì, invece, soprattutto per i refusi che sono sfuggiti, che ho continuato a trovare e che speravo mi eliminasse lui. Ma aveva tante, tantissime tesi, oltre che vari problemi suoi, così i nostri lavori sono passati in secondo piano. Non importa, ci ha detto, ma almeno voleva sentire la nostra esposizione, così ci ha dato appuntamento a mercoledì – il giorno prima! – per le ultime cose.

La mia giornata non era comunque finita lì: nel pomeriggio ho svolto la prova finale del corso di editoria. Peccato non sapere come sia andata, poiché, venerdì, giorno della consegna degli attestati, non sono potuta andare perché sono stata invitata a un pranzo di laurea. Spero di non aver fatto troppo schifo, però, soprattutto visto quello che mi era accaduto qualche minuto prima.

Ero infatti in stazione a fare il biglietto prima di andare al corso, quando mi chiamò la segreteria di Bari: mancavano i verbali dei crediti a scelta. Due, di due anni diversi Comunque «non ti preoccupare, ti richiamiamo noi se non troviamo niente!».

Col cavolo, ovviamente. Vi pare che potevo starmene ad aspettare che si degnassero di far sapere? Non esiste. Mi avevano già tolto dieci anni di vita e tutta la concentrazione per la prova, ci mancava pure che giovedì mattina mi chiamassero perché sono degli idioti!

Martedì mattina, quindi, alle 9, ero davanti alla segreteria in attesa di sapere il verdetto finale. Positivo, meno male: avevano semplicemente sbagliato il verbale sul quale avevano segnato le varie attività. «Ma ti avevo detto che ti avrei chiamata io in caso di problemi!» mi sono sentita dire. «E io devo stare ad aspettare voi?» ho commentato, ovviamente con molta più diplomazia. In ogni caso, la giornata non è andata persa: tra continui tentativi di provare il discorso da parte di Tania (soprattutto) e mia (ogni tanto), è giunto il fatidico pomeriggio della laurea di Donatella. Che, ovviamente, è andata benissimo e che abbiamo festeggiato venerdì. È stato un pranzo a dir poco meraviglioso, non solo per quello che abbiamo mangiato (tutto buonissimo) quanto per l’atmosfera che si respirava. Dona, sappi che avrei potuto rotolare per tornare a casa, tanto ero piena! XD

Mercoledì è stata una giornata relativamente tranquilla. Oddio: Sisto ha iniziato pericolosamente a organizzare il discorso (che lui mi aveva detto di fare così) in un altro modo, tanto che ho dovuto ricordargli io cosa lui stesso mi aveva detto e che, no, non potevo dire quelle cose perché ne parlava già Umberto due minuti prima di me!). Però, per il resto, solito tran tran, con i bambini che non stavano nella pelle come e più di me. Manco dovessero laurearsi loro! XD

Con tutta l’ansia che mi avevano fatto accumulare Tania con il suo discorso, mia madre, mia sorella e tutti coloro che mi chiedevano «Ti senti ansiosa? Come stai?» manco dovessi fare un intervento delicatissimo, ero convinta che non avrei chiuso occhio. E invece, non solo ho dormito come un ghiro, ma non mi ha svegliato neanche il martello pneumatico che stavano usando proprio sotto casa mia. Sì, ho il sonno un tantino pesante. Del resto, lo sapevo che mi sarei agitata solo nel momento in cui avrebbero chiamato il mio nome.

E così è stato. Un attimo prima ero lì che dicevo ad Ezia e a Tania che sarebbe andato tutto bene; un minuto dopo avevo la gola secca e una gran voglia di scappare. Da cosa, poi? Più che altro, dalla mia proverbiale capacità di fare figure di merda. Che non mi ha tradita neanche questa volta anche se, per fortuna, non durante il discorso. Solo che poi, beh, al momento della proclamazione, probabilmente il mio corpo aveva deciso che aveva terrore di un voto che alla fine sapevo e di una commissione che, per lo più, conoscevo, e si è praticamente posizionato (lui) a due centimetri da un gradino, nel punto più distante dalla commissione. «Signorina, si avvicini, mica la mangiamo!» ha commentato infatti la preside, davanti all’aula strapiena. Va beh, ‘sto racconto potevo anche risparmiarmelo, me ne rendo conto.

Alla fine, comunque, è andato tutto bene, sia a me che agli altri. Mi è dispiaciuto solo non sentire le altre tre che erano nell’altro gruppo, proprio perché sono scesa per festeggiare con i miei amici e parenti, anche se poi sono risalita per sentire le loro proclamazioni.

È stato… bello. Non l’evento in sé, né tanto meno il mio discorso, ma il clima generale. Su 11 laureandi 7 eravamo colleghi e amici. Ci siamo seduti tutti sulla stessa fila, come se fossimo in classe o ad un esame. E i prof. se ne sono accorti, perché, appena entrati, ci hanno guardati, hanno confabulato, continuando a guardare nella nostra direzione, e si sono messi a ridere. Non che noi non l’abbiamo fatto, eh.

Mi mancheranno, tanto. E so che mancheremo a loro. Me l’ha detto Tania che, al momento di stringere le mani ai docenti, Cordasco l’ha attirata a sé e le ha detto che sentiranno la nostra mancanza. Mi viene quasi voglia di dire che non volevo laurearmi.

Non si tratta solo di paura di un futuro incerto – e non certo roseo, con quello che si sente – ma proprio di tristezza nel lasciare un ambiente nel quale mi sono trovata bene, dove ci sono persone con cui sono stata felice, che condividono i miei stessi sogni, le mie stesse passioni e preoccupazioni.

Durante la triennale, noi siamo stati studenti che si sono laureati; in questi due anni, i professori sono stati per noi dei senpai, mi verrebbe da dire, dei compagni più grandi, con più esperienza, che ci hanno trattati da loro pari, sia umanamente che dal punto di vista didattico, dei punti di riferimento, ai quali ci siamo rivolti veramente per tutto.

«Mi dispiace andar via di qui», ho pensato tristemente lunedì scorso, mentre raggiungevo la stanza di Sisto, nonostante mi sia resa conto che non regalare più soldi all’università non mi dispiacerà di certo; «Sono fuori di qui» mi verrà da pensare domani, quando tornerò in ateneo per salutare Benny e assistere a lauree di altri colleghi, e non sarà neanche quello un pensiero felice.

6 Risposte a “Omega e Alfa: la fine e un nuovo principio.”

  1. Dopo la laurea sentirsi tristi e un po' sbandati è normale.
    E' finito un periodo delle tua vita e adesso sono aperte davanti a te tante possibilità, ma ci sono anche tanti dubbi.
    Vedrei che andrà tutto bene, basta non scoraggiarsi.

    Auguri dottoressa.

    Aerie

  2. E' la prima volta che mi prendo la briga di entrare in un blog e, che tu ci creda o no, non amo molto leggere. Leggo per necessita', per carpire informazioni, per rubare notizie, per migliorarmi. Ho letto tanti romanzi per"dovere" e non amo le descrizioni ecc ecc…insomma sono una bella rompiballe.
    Ma devo dirti che scrivi meravigliosamente. I tuoi racconti sono BELLI. 
    E basta.
    Sono certa che li pubblicherai. Alessandra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.