Codardia e lunaticità

Ieri posso dire di aver scoperto qualcosa in più sul mio carattere e sul Carattere in generale.

Ieri infatti ho avuto una piccola discussione con un mio amico. In realtà la colpa è esclusivamente mia, visto che la domanda che mi era stata posta era un semplice: "cosa mi racconti di bello?".

Ora, vi è mai capitato che vi accade qualcosa a cui non potete ribattere, per le più varie motivazioni e che poi, a distanza di tempo, il vostro inconscio la riporta a galla, facendo scattare una scintilla che vi porta a arrabbiarvi per un nonnulla? E’ proprio questo, quello che è successo a me ieri. La domanda in sé, non aveva nulla di speciale, se non mi avesse riportato alla mente una cosa che, a suo tempo, mi fece arrabbiare, e non poco.

 "Cosa mi racconti di bello? dunque. Avrei voluto raccontare che la professoressa di restauro ha promesso di mostrarci dei libri antichi conservati nella biblioteca nazionale; che ci avrebbe fatto cucire delle coperte (che sarebbero le copertine dei libri) con il telaio; che la prof di codicologia ci aveva proposto una gita a Fabriano e a Spoleto, dove, nel museo della carta lì presente, si può costruire il proprio foglio con gli stessi metodi utilizzati nel 1400…

Ma le parole mi sono morte in gola, perché in quel momento mi ero ricordata una frase detta dalla stessa persona con cui stavo parlando: "Tu parli solo di codici.". Insomma, cosa c’è di male nel raccontare che ho visto dei codici e delle pergamene antiche a una persona che, presumibilmente, ha la cultura e il cervello necessari per capire la valenza storica e culturale di tali carte? Cos’ha un codice antico meno di un quadro? Per me non si tratta di studi soltanto, ma di amore per la storia e per i libri antichi, è normale che ne parlo. Esattamente come una persona può parlare di un film, di un gruppo musicale, di un manga particolare. E poi, mica ne parlo davvero sempre! Magari! Significherebbe che vedrei codici ogni giorno, ma purtroppo non è così facile trovarne uno, figuriamoci vederlo.

Così a questa innocentissima domanda, la mia risposta è stata: "Niente di particolare, visto che poi parlo solo di codici". E la cosa sarebbe finita in fretta, se il mio subconscio non avesse portato a galla anche un altro episodio, avvenuto in quella stessa occasione. Perché questa osservazione sui miei gusti personali, nacque in merito a una frase che mi sono sentita dire anche troppo spesso "Con lei parlo di.."..

Ora, non so voi, ma io nel sentirmi sempre decantare quanto una ragazza possa essere l’emblema stesso della maturità, dell’intelligenza, della cultura, della simpatia e della bellezza e non una sola volta, ma parecchie, mi sono un po’ rotta le scatole. Così, l’osservazione spontanea di quel giorno a quella frase, detta per l’ennesima volta fu: "Significa che con me argomenti del genere non li puoi trattare?". E la risposta seguente: "Tu parli solo di codici!".

Ora, sarò paranoica, sarò lunatica, sarò permalosa (e lo sono), tutto quello che volete. Ma voi cosa avreste pensato al mio posto? Che per te io sono una con cui un ragionamento intelligente non si può fare? Che sono una cretina buona solo a far ridere? E questo nonostante pochi giorni prima, e parlo di due o tre, non mesi! io stessa gli avessi detto il perché mi desse tanto fastidio questo comportamento (che poi ragazzi, parliamoci chiaro: anche voi avete immaginato e capito il perché, no?). La cosa quindi come poteva non farmi andare sui nervi?

Eppure, so io stessa di essere stupida, che è inutile. Perché per quante volte mi possa incazzare, a certa gente, soprattutto quando qualcuno interessa, la persona in questione sarà sempre la migliore, la più bella, la più intelligente, e non farà altro che decantarla, come se solo lei potesse dire certe cose, pensarne altre, agire in un certo modo. Ma lasciamo stare va, altrimenti mi deprimo ancora di più

Ora, alla luce dell’episodio da me adesso raccontato, in quel momento, quando cioè mi sono arrabbiata per quella semplice domanda, il mio inconscio ha recuperato in toto tutta la rabbia provata in quel momento, facendo in modo che l’argomento venisse fuori.

Naturalmente, a me il collegamento è sembrato logicissimo, ma non a una persona che naturalmente non si ricorda tutta la faccenda, o forse non l’ha mai considerata importante. Del resto, a pensarci io adesso, a mente lucida, il collegamento che ho usato per passare da un argomento all’altro, non riesco neanche più a trovarlo. Per questo motivo, più che prestare attenzione alle mie parole (che non gli entrano in testa quella volta, e sicuramente non gli sono entrate in testa questa), la sua reazione è stata quella di accusarmi di essere una permalosa e suscettibile. Lunatica, definirei meglio io.

A questo punto mi chiedo. Effettivamente, cosa significa essere lunatici? Cambiare all’improvviso, passare dalla gioia alla tristezza, dalla calma alla rabbia, ovvio. Ma perché? Per una persona esterna, il cambiamento è inspiegabile, ma per la persona in questione, sembra un passaggio normalissimo, dettato da un ragionamento, conscio o inconscio che sia. Tutti siamo pazzi dice Coelho nel suo romanzo "Veronika decide di morire" perché chi è pazzo agisce sempre secondo una ragione ben precisa.

Secondo me lo stesso vale per la lunaticità. In definitiva, almeno per quanto riguarda il mio caso, quello che agisce in maniera predominante è il cosidetto: "flusso di coscienza": nella mia mente, nel mio inconscio, sensazioni e idee si affollano seguendo un ordine ben preciso e razionale. Ma quanto questa razionalità sia effettivamente tale anche per chi mi sta accanto? Forse allora è proprio vero che quando penso – a livello sia conscio che inconscio – faccio solo danni! XDD

La scoperta più eccezionale, sul mio carattere invece è stata quella innescata da una frase detta dal mio interlocutore durate la nostra disquisizione: "Dici sempre che  litighi con un mare di gente, loro fraintendono, tu fraintendi .." (rifacendosi sicuramente al post lasciato qualche giorno fa)

Allora, le uniche persone con cui litigo sono quattro, tutti miei cari amici (del resto, sembra un paradosso, eppure è così: quando vuoi bene a qualcuno è normale che quando questi dice qualcosa che ti dà fastidio, te la prendi, mentre, se quella cosa è detta da qualcuno di cui non ti frega nulla, non ti fa né caldo, né freddo). Con due di queste non posso dire che litigo: con Francesco, un mio amico di Milano, conoscendo il tipo che resta della sua idea anche se lo minacci di morte, dopo esserci confrontati, finiamo per tacere tutti e due, tanto sappiamo che non ne ricaveremo niente; con Giuseppe, mio amico del liceo, la storia finiva che gli urlavo in faccia tutto quello che tutti pensavamo su di lui e sui suoi modi di fare, ma che gli altri erano troppo ipocriti per dirgli (e la conseguente "tuo non mi parli perché ti ho punto sul vivo, io non ti parlo perché quando fai così sei un idiota".

Le uniche due persone con cui ho effettivamente litigato sono la persona che mi ha spinto a scrivere quella precisazione in qualche post fa e quella su nominata (e soprattutto con questa) Ora, la cosa terribile di cui mi sono accorta è che con ambedue queste persone io ho litigato, e anche duramente, ma solo tramite internet.

In definitiva sono una bella codarda, perché preferisco avere un litigio tramite chat e non dal vivo (e non solo con gente che non conosco, badate bene! Uno dei due è un amico che incontro per strada!). In fondo non è che mi faccia felice litigare con i miei amici. ma forse è il fatto di non averli davanti, di non vederli in faccia, ad aiutarmi. Perché dubito (anzi, sono sicura) che se avessi avuto davanti la persona nominata prima, sarei riuscita a fargli mai una sparata di quelle che gli ho fatto. Di solito, infatti, tendo a chiudermi come un riccio e ad ammutolirmi. E non perché non abbia motivazioni più che sufficienti per ribattere, ma semplicemente perché non ci riesco. Quando ho davanti quella persona, mi dico, "cavolo, è un mio amico!". E soprattutto quando me ne esco con qualche cattiveria, una cosa è avere il volto deluso, arrabbiato, quello che volete, davanti, una cosa è sapere che quella persona prova questi sentimenti e non vederli.

Bah, faccio proprio schifo. Lunatica e permalosa lo sapevo. ma che fossi anche così codarda non me ne ero mai resa conto. O forse, semplicemente, non ho mai voluto fatto caso.

2 Risposte a “Codardia e lunaticità”

  1. Come dice Lan anche secondo me sei troppo dura con te stessa. Io non credo che tu sia lunatica od altro, pensi davvero di essere l’unica soggetta a flussi di pensiero? XD io mi sono creata una categoria apposta sul mio blog per i pensieri sconnessi. In ogni caso, fino a poco tempo fa pensavo che parlare in chat di argomenti seri rispetto che dirli dal vivo fosse una cosa squallida, da codardi. Molti la pensano ancora così ma io non più. Mi sono accorta che a volte in chat si riesce ad essere più sinceri con gli altri, si tira fuori se stessi e spesso si dicono cose pesanti come è capitato a te. Ma non devi fartene una colpa o sentirti codarda. Forse se ti fossi trovata davanti quelle persone non avresti reagito così, forse non ti saresti neanche arrabbiata, ma se ci pensi in chat si ragiona meglio… perché? perchè si hanno quei 2 o 3 minuti di tempo per pensare, quei minuti che ti spingono a dire una cosa invece che la prima che ti è venuta in mente. E questo è successo proprio con la frase che ti ha detto la persona in questione “Cosa mi racconti di bello?”… hai avuto quei pochi attimi che ti hanno portato a ricordare degli eventi del passato e così via. Spesso quello che fa male a noi non fa male agli altri, non sempre ci si accorge di ferire gli altri, la cosa migliore sarebbe dirlo subito ma senza cattivaria, peccato che è davvero difficile. Purtroppo però su una cosa non sono d’accordo con te, tu dici che alle persone a cui vuoi più bene se ti dicono qualcosa che ti offende ti fa star male, mentre per chi non ti interessa fai passare la cosa. Per me non è così, spesso io e i miei amici ci diciamo molte cose cattive, ma la cosa strana o bella è che nessuno si offende; questo perché anche dire una frase offensiva ma in modo spiritoso può farti pensare che forse quella persona sta solo facendo una constatazione o semplicemente si è resa conto di un lato del tuo carattere. “Tu parli solo di codici…” come ti è stata detta questa frase? In senso cattivo? Oppure siccome era sulla chat non lo sai effettivamente?

    Quello che ti dicono gli amici non dovrebbe essere un motivo di litigio ma gli amici dovrebbero essere fatti apposta per farti capire i tuoi difetti e permetterti di superarli o semplicemente proprio perché sanno che sei così ti accettano per quello che sei no?

    I miei amici mi prendono in giro perché sono una scroccona, spesso dico “ma che bella maglia!” e subito pensano che io voglia averla per me. Potrebbe essere una cosa offensiva certo, ma io invece l’ho presa diversamente, ho pensato, sono una scroccona? Bene vediamo quanta roba riesco a sroccare. Nessuno dei miei amici si è mai allontanato da me per questo, ma se forse mi fossi offesa, si sarebbero stati zitti e non mi avrebbero più detto la verità. Pensaci bene, non è più bello che una persona ti dica quello che pensa di te piuttosto che una che per paura di offenderti si stia zitta? Almeno sai come la pensa quella persona… questo non significa però che devi cambiare te stessa perché qualcuno pensa che tu parli solo di codici… anzi dovresti pensare “Parlo solo di codici? Bene allora ti tormenterò con i miei codici!” in fondo se siete amici c’è qualcosa che vi lega no? Non saranno dei codici a rovinare tutto…

  2. Dai, non essere così severa con te stessa. Io credo che, come ti è capitato di litigare in chat, probabilmente avresti litigato anche dal vero. Magari faccia a faccia si finisce per essere meno “carichi”, perchè si può sentire il tono dell’altro e lo si può vedere in faccia, tutte cose capaci di mitigare lo slancio e di chiarire possibili fraintendimenti.. ma non credo che il sano seme della rabbia non avrebbe attecchito anche in una conversazione a tu per tu! XD comunque mi stupisco sempre di come molte persone ti considerino una persona “buona per parlare solo di certe cose”… oh certo, di persone così esistono, eccome. ma tu non mi sembri proprio rientrare in quella categoria. O forse mi sembra perchè anch’io sono una persona così? boh..

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