In questi giorni ho recuperato anche la terza stagione di Kimi ni todoke – Arrivare a te e siccome so che tutti volete sapere cosa ne penso, ve ne parlerò volentieri. U_U
*ignora occhiatacce varie*
Premessa n. 1: queste sono mie considerazioni “a ruota libera”, senza preoccuparmi di eventuali spoiler (anche se siamo in uno shoujo abbastanza classico, non so che tipo di spoiler possiate temere XD): se non volete sapere niente della trama, non andate avanti nella lettura, ché io non mi assumo alcuna responsabilità.
Premessa n. 2: io non ho niente contro gli shoujo di questo tipo – quelli, cioè, dove la storia d’amore è il perno centrale della vicenda. Voglio dire, Kaguya Sama – Love is War, Itazura na Kiss, Lovely Complex e Fruit Basket sono alcuni dei miei manga preferiti -, però odio, ODIO con tutto il cuore le storie leeeeeeente, quelle in cui i protagonisti ci mettono 30 volumi solo per dichiararsi, altri 50 per baciarsi e altri 100 per fare altro (sempre che ci arrivino).
Kimi ni todoke è uno di questi. All’inizio la storia è pure carina: per chi non la conosce, Sawako, da tutti soprannominata Sadako come la bambina di The ring per i suoi lunghi neri e l’espressione spaventosa, è semplicemente una ragazzina timida che vorrebbe uscire dal suo guscio e farsi degli amici. Chi l’aiuta in questo è Kazehaya Shota, il ragazzo più popolare della scuola. Sawako inizia quindi ad avere tante “prime volte” (non pensate a male, grazie): le prime amiche, le prime uscite dopo la scuola, il primo karaoke… e il primo amore.
Quindi, sì, all’inizio ci sta che la vicenda sia lentissima, che lei ci metta una vita ad ammettere di essere innamorata di Kazehaya e che non riesca ad approcciarsi a lui. Il problema è che abbiamo 37 episodi in cui ‘sti due fanno un passo avanti e cinque indietro, e dopo un po’ uno non ne può più. Indimenticabile (per me) quel “Io ti voglio bene, ma non nello stesso modo in cui me ne vuoi tu” che ognuno dei due intende, ovviamente, nel modo sbagliato. Ma chi ve l’ha detto? Ma che problemi avete? Sono passati quasi 15 anni da allora e ancora non me ne capacito.
Viste queste premesse, vedere l’ultima stagione non era proprio nelle mie corde, ma alla fine mi sono detta che cinque episodi da un’ora erano un buon compromesso; inoltre, ci sono i miei due doppiatori preferiti, quindi al massimo mi sarei goduta le loro splendide voci! <3
Non avrei mai pensato di dirlo, ma questa terza stagione mi è piaciuta. La storia riprende esattamente da dove l’avevamo lasciata: Sawako, FINALMENTE si dichiara a Kazehaya e scopre che i suoi sentimenti sono ricambiati; adesso, quindi, i due stanno insieme e devono affrontare i primi problemi di coppia. Che in questo caso (ma non solo) sono il tenersi per mano, conoscere il papà di lei (in questo, tutto il mondo è paese XD) e il famigerato primo bacio.
I ritmi, è inutile specificarlo, sono sempre gli stessi e i film mentali anche. Ma, a differenza delle prime due stagioni in cui era Sawako quella più timida, stavolta è lui a farsi un sacco di problemi (inutili ed inesistenti). Lo ammetto, ci sono rimasta male: Kazehaya da sembrare il ragazzino sicuro e maturo diventa peggio di lei, quanto a insicurezze. E ci sta, davvero, visto che lei gli piace tantissimo e ha paura di rovinare tutto. Ma questi “Non sono la brava persona che crede” solo perché vorrebbe baciarla e starle più vicino mica sono tanto normali. Sei un sedicenne, io mi preoccuperei se non avessi questi pensieri! O.o Ad un certo punto, lui dice addirittura “Vorrei trattarla come una dea”. Oh, Shota, lei vuole un fidanzato, non essere messa su un piedistallo! Ripigliati!
Oltre alla storia dei due protagonisti, proseguono anche quelle delle due migliori amiche di lei: quella di Chizuru e Ryu non ho ancora capito come sia finita, ma la parte in cui ripercorrono gli anni della loro amicizia e del passato di Ryu, mi è piaciuta moltissimo; quella di Ayano da molti è stata definita troppo veloce (anche se, rispetto a quella dei protagonisti qualunque storia d’amore è troppo veloce XD), ma personalmente sono contenta che almeno loro due si siano dati una mossa: al mondo, ci sono coppie che ci mettono una vita a dichiararsi e altre che sono molto più veloci, che si piacciono e, dopo qualche dubbio iniziale, decidono comunque di provarci e vedere come va. E meno male! Inoltre, entrambi hanno avuto altre storie prima, e questo li porta inevitabilmente ad essere diversi dalle altre due coppie.
Ma il motivo per cui sono stata davvero contenta di vedere questa terza parte è proprio lei: Sawako. La stessa persona che non era in grado di chiedere in prestito una penna a una compagna di classe, è colei che prende in mano la situazione e la risolve. Finalmente ha imparato ad uscire dalla propria confort zone e a fare quel passo in più che le ha permesso di arrivare a lui e a tutte le persone a cui vuole bene.
Sì, credo che dovremmo imparare un po’ tutti ad essere come Sawako (magari senza metterci anni, però! XD).