Cronache di un Capodanno speciale

E' ormai da più di due settimane che sono tornata a casa, eppure non ho ancora avuto tempo/modo/forza per raccontare quanto sia stato fantastico questo Capodanno – eh, sì, dovrei essere ancora vagamente impegnata con una cosa chiamata tesi, che in quei giorni ho bellamente ignorato per ovvi motivi! XD
Per chi non lo sapesse – anche se l'ho raccontato al mondo intero – dal 27 dicembre al 4 gennaio ho partecipato a un viaggio organizzato che ha avuto come mete principali Cracovia e Praga. In pullman. Da Bari.
Sì, non guardatemi così: so che è una faticaccia assurda e che nessuno sano di mente lo farebbe, ma, sfortunatamente per voi, esiste gente che lo fa. Come me e le 40 persone che erano con me.
Era da una vita che volevo vedere Praga. Me ne hanno parlato tutti benissimo, soprattutto Riccardo e sua madre, e infatti era inserito anche nella mia wishlist. Chi se ne frega, allora, di due giorni interamente in pullman solo per andare, altrettanti per tornare, allietati solo da partite di burraco, barzellette, pic nic improvvisati (c'era di tutto, neanche fossimo un fornitore di un supermercato!) e film, di quelli che per lo più piacciono a una combriccola di persone dai settanta anni in su, come quella in cui io e la mia famiglia ci siamo trovati?
Niente.
E credetemi, ne è valsa la pena.
Cracovia è bellissima. Punto. Non avrei mai creduto che potesse essere così interessante. E non parlo solo dal punto di vista storico – si tratta pur sempre di un'ex capitale, con una storia molto travagliata, visto che è stata sempre dominata da altre genti – ma parlo proprio dell'atmosfera. Ragazzi, siamo in un paese che è uscito dal nazismo per finire nel comunismo. E, nonostante le grandi innovazioni fatte, si sente ancora nell'aria quella sorta di diffidenza verso lo straniero, quella paura che possa succedere ancora, quello che è accaduto.
Abbiamo visto tanto, in quel di Cracovia. La collina di Wavel, con la sua cattedrale e il castello; il Collegium Maius, legato alla figura di Copernico; il quartiere ebraico, di cui ormai è rimasto solo il nome, con la piazza con le settanta sedie vuote, a simboleggiare le settantamila persone che sono dovute scappare dalla Polonia al tempo dell'invasione nazista; la piazza più grande d'Europa. E chiese, chiese, tante, di cui, ammetto non ricordo più tutti i nomi.
Poi, ci siamo spostati in altre zone: abbiamo visto Wadovice, il paese natale di Papa Giovanni Paolo II; siamo stati alle miniere di sale di Wieliczka, al cui interno ci sono addirittura chiese, statue, candelabri meravigliosi, tutti fatti con la salgemma.
E infine, siamo stati ad Auschwitz I e II Birkenau. Non c'è molto da dire, quando si sente questo nome. Ma vi assicuro che, nonostante la storia ormai sia nota a tutti, nonostante i flm, i documentari, i romanzi, le cronache, nonostante tutto è terribile comunque. Perché in TV non senti il freddo che ti entra nelle ossa, mentre tu sei coperto dalla testa ai piedi e come facessero quei poveretti, con un semplice pigiama di cotone, non vedi i luoghi dove andavano in bagno, dove dormivano, dove venivano puniti, non trovi le valigie, gli oggetti personali (scarpe, montagne di scarpe di bambini, oggetti per la casa), i capelli di coloro che, con l'inganno, erano stati portati lì. E se pensate che la morte nelle camere a gas fosse terribile, vi assicuro che sono arrivata a pensare che, in fondo, a quei poveretti era andata anche bene, visto quel che dovevano passare quelli che, invece, erano costretti a lavorare e a "vivere".
Una volta, il professore di filosofia ci raccontò che aveva visto ragazzi, nelle varie gite in cui era andato, che era passato davanti a tutto quello con la faccia di chi si chiede cosa ci sia tanto da vedere in quel posto. Non chiedetemi come si faccia: non lo so, e mi spaventerebbe conoscere qualcuno così.

La sera di Capodanno la trascorremmo a Cracovia, nell'albergo. L'anno scorso, fu il capodanno "elegante", a Salisburgo; questo è stato il capodanno del divertimento. Sul palco, infatti, si è esibita una cover band degli ABBA. Ehi, come non conoscete gli ABBA? Mamma mia! non vi dice niente?
C'erano i fuochi d'artificio, c'era la lotteria, c'era cibo, tanto, ma c'era la musica, l'allegria e la voglia di vivere di persone non può giovanissime, ma molto più attive e allegre di tanti miei coetanei (io e mia sorella eravamo le più giovani, anagraficamente parlando, seguite dall'autista XD); c'era la speranza di un anno migliore, e poco importa che eravamo di stati diversi: gli Happy new year erano davvero per tutti.

Gli ultimi due giorni sono stati dedicati a Praga.
Se Cracovia ho detto che è bellissima, Praga è magica. Spettacolare. Magnifica. No, non me ne sono innamorata; di più. Aveva ragione Riccardo nel dirmi che, per un'amante della storia e dell'arte come me, questa è una città da vedere. Davvero, ragazzi, se non ci siete mai andati, andateci. Ovunque ti giri ci sono cose da vedere; ovunque, c'è un palazzo che attira lo sguardo e ti fa rimanere a fissarlo. C'è tanto gotico – e io amo il gotico – tanto stile liberty, tanta storia, tanta arte, che non si può non rimanere affascinati, nonostante sia una città moderna, occidentale e viva. Mi dicono ci sia anche tanto verde, ma purtroppo quello mi è stato precluso. Non importa: ci tornerò, un giorno.
Due giorni sono stati davvero pochi, nonostante abbiamo visto davvero tante, tante cose: il castello, con la cattedrale di San Vito, l'orologio (che abbiamo beccato per due volte *_*), piazza Venceslao, il palazzo comunale, quello di Wallenstein, il ponte Carlo, il quartiere di Mala Strana, monumento commemorativo in onore di Jan Palach e tante, tante altre cose che non ricordo, ma meravigliose comunque.
Certo, non nego che ce ne siano accadute di tutti i colori, per essere soltanto all'inizio dell'anno: siamo stati fermati due volte dalla polizia per controlli, in Polonia e appena usciti da Praga, un signore si è rotto un braccio, cadendo per colpa della neve e a mia sorella è uscito dal naso tanto di quel sangue che ci siamo presi tutti un colpo, solo per fare degli esempi; non dirò che non facesse un freddo cane, almeno il primo giorno (-10°) e che stavo calda solo andando in giro vestita con due paia di calze pesanti, un pantalone di velluto e uno di flanella da sotto, tanto che sembravamo tutti obesi, cosa che non è comunque servita ad evitarmi un raffreddore coi fiocchi, di cui ho ancora i postumi, come non nego di essere stata strafelice, in Austria, di vedere di nuovo i prezzi in euro e di non dover più fare calcoli e calcoletti per capire più o meno quanto valesse quella data cosa nella nostra valuta. Eppure, nonostante tutto questo continuo ad essere felice di aver fatto 5mila km per vedere quello che ho visto, di aver bevuto la famosissima birra scura di 13° di Praga, di non aver toccato acqua per dieci giorni (e sì, c'era, ma mi faceva un tantino schifo!), persino di essere stata usata come traduttrice dall'inglese da tre quarti di pullman (com'è che adoro l'inglese, quando non sono in Italia? XD).
Se lo rifarei? Anche domani! XD

PS: per le foto, non ho usato quelle da me scattate, perché non riesco a trovare come si linka foto per foto per chi nonmi ha tra i propri contatti. Ecco il link all'album. Spero che riuscite a vederle. ^^

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