Concorso per 500 funzionari MIBACT: le preselettive A.K.A. Chi vuol essere milionario?

Nel 2016, dopo 8 anni dall’ultimo concorso, il MIBACT ha deciso che era ora di far finta di dimostrare che sta facendo qualcosa per la cultura assumendo 500 funzionari, attraverso 9 bandi per 9 figure professionali. No, non 500 persone PER FIGURA, ma 500 IN TUTTO, dividendo i posti in un modo che mi pare deciso più da una ubriacatura di gruppo che da un ragionamento serio e attento alle problematiche dei vari settori.
Dicevo, escono questi famigerati bandi ben dieci giorni DOPO la data in cui erano stati annunciati. Posto che già i requisiti richiesti sono più lunghi dei titoli di coda di un film («Vogliamo assumere l’eccellenza», afferma Franceschini) e hanno criteri deliranti e assurdi (i master annuali non valgono, i master biennali solo se di secondo livello); posto che i punti dati sono chiaramente una presa in giro (perché 500 tizi che hanno fatto un tirocinio per 50 ore al mese per 12 mesi devono avere 10 punti, mentre una persona che lavora in PA – i privati non valgono – hanno solo 2 punti per anno di lavoro, i dottorati valgono 20 punti (10 anni di lavoro per quelli detti su!) e gli altri tirocini NON valgono niente?), posto che è assolutamente folle e illegale eliminare a metà bando un’intera classe di concorso (e ovviamente sono partiti i ricorsi), arriviamo alle tanto famigerate prove preselettive. Saranno tutte uguali e verteranno su: inglese (e va bene), diritto pubblico e amministrativo (e ok), legislazione del patrimonio culturale (come minimo!) e patrimonio culturale italiano. Le domande saranno 80 in 45 minuti (poco più di mezzo minuto a domanda, praticamente, contro le 100 domande in 90 minuti che avevano detto all’inizio; tra l’altro la risposta andrà inserita in un foglio a parte, cosa che fa perdere ancora più tempo) tratte da una banca dati già messa a disposizione dal Ripam, SENZA SOLUZIONI che verranno pubblicate il 19 luglio).
Le famigerate domande sul patrimonio culturale sono 1400, così suddivise:
– NESSUNA domanda per i profilo di promozione e comunicazione (a meno che non si intenda, per loro, il capire come NON si scrivono le domande, visto che o le risposte sono copiate integralmente da Wikipedia o le domande sono insensate o formulate male);
– NESSUNA DOMANDA per quelli che si occupano di beni demoantroplogici (non ho capito, visto che sono solo 5 posti dobbiamo ignorarli?);
– 2 domande di archivista (che poi, neanche sull’archivistica vera e propria, ma su alcuni archivi);
– un paio sulla storia delle biblioteche (neanche biblioteconomia);
– nessuna domanda di antropologia (almeno, non mi pare)
– pochissime di archeologia e di architettura (non so quanta storia dell’arte studino i secondi, ma non credo così tanta);
– nessuna sul restauro (intendo dal punto di vista meramente pratico e scientifico, non di storia dell’arte)
– 99% di domande su storia dell’arte moderna, a Roma, su opere per lo più mai sentite, visto che i quesiti sono stati presi dalla banca dati per il concorso di GUIDA TURISTICA A ROMA.
Quindi il patrimonio culturale, secondo il MIBACT sono i musei (ma solo alcuni), a cui però sono stati riservati solo 40 posti.
Quindi, chiunque passerà queste selezioni non lo farà perché dimostra di avere conoscenze e competenze nei beni culturali (non dico nel proprio settore, ché qua è chiedere troppo), ma solo chi avrà la fortuna (e sono gentile) di trovare domande che conosce e/o che è riuscito ad imparare a memoria.
Questa è la professionalità che vuole il Ministero.
A ‘sto punto mi preparo per andare all’Eredità, almeno vinco qualcosa.

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