50 schifezze di grigio

Piccola, doverosa premessa: questa recensione sarà spoiler e ad alto acidume (oltre che contenere espressioni non proprio fini ed eleganti); quindi, se siete fan della serie, se odiate gli spoiler o siete ZenZiBBBIli, io vi consiglio di passare oltre.

Non avevo mai sentito nominare Cinquanta sfumature di grigio prima di una-due settimane fa, quando la mia bacheca di Facebook è stata letteralmente invasa da varie opinioni su questa saga, tratta da una fan fiction famosissima del fandom di Twilight. Essendo una persona abbastanza curiosa, non ci ho messo molto a decidere di provare a leggere questo libro (senza, ovviamente, acquistarlo). Avevo letto solo un altro romanzo tratto da una fan fiction (sì,Esbat di Lara Manni) e non è che mi fosse piaciuto granché; così, mi sono detta, perché non provare? È vero, la saga di Twilight la stimo molto meno di quella di Inuyasha, ma, a differenza del romanzo della Manni, questa fan fiction era un must nel fandom inglese; quindi, cavolo, forse non era proprio da buttar via.
Ok, penso proprio che il fandom inglese di Twilight non mi vedrà mai.
Anastasia (Ana) Steele è una laurenda come tante altre che un giorno è costretta ad intervistare, al posto della usa amica e compagna di stanza Kate, il ricchissimo, bellissimo, stra-tutto Edward Cullen… ehm, no, Christian Grey, un tizio che, a neanche trent’anni, è a capo di un impero che si occupa di vari settori e fa beneficienza. Ovviamente il nostro Mr Grey è subito attratto dalla ragazza (e soltanto perché, appena entra nel suo ufficio, questa inciampa e finisce stesa per terra. Me ne ricorderò la prossima volta che farò un colloquio di lavoro: non si sa mai!) e non ci mette molto a farle capire che la desidera, sentimento che prova anche lei (perché, ricordiamolo, nel caso non l’abbiate capito: lui è bellissimo, ricchissimo, fighissimo e-issimo a prescindere); tuttavia, il nostro eroe non è tipo da relazioni sentimentali (e sessuali) normali, ma predilige pratiche sadomaso parecchio spinte.
Eh sì, avete capito bene: è praticamente questo il motivo per cui questo romanzo ha avuto così tanto successo da diventare subito un best seller.
Ora, io non è che voglio offendere le casalinghe inglesi, eh, ma… signore, voi avete un problema serio con il sesso. Perché definire questo un romanzo porno e BDSM è esagerato. Credetemi. C’è di meglio in giro. Per due-scene-due in cui lui la sculaccia, questo non può essere definito sadomaso, né tanto meno una storia ad alto tasso erotico, perché di erotico, le scene di sesso descritte, non hanno assolutamente niente; anzi, ad un certo punto, mi sono anche ritrovata a sbadigliare per la noia. Perché, gira e volta, le scene erano tutte uguali, quindi letta una, lette tutte. Per non parlare poi del fatto che questa qui parla e pensa troppo: non puoi mettermi ogni due per tre i suoi «Ah!», quando dici che geme. Ci arrivo da sola a cosa vuol dire gemere, grazie.
La grande inesperienza dell’autrice nel descrivere simili scene lo si comprende anche da certe ingenuità che farebbero sorridere in una fanwriter (alle prime armi; quelle più esperte, ormai, certi scogli li hanno abbondantemente superati), ma che fanno piangere in una che pubblica libri. Come dice giustamente Left Eye: “Mi toccò proprio …” (pp. 2, 3, 5, 343, 23, 56, 64, 426, 14, 97… ) Cara Anastasia/E. L. James, si chiama VAGINA e non c’è niente di male nell’usare questa parola. Ma puoi anche usare dei sinonimi: topa, fregna, patata, fagiana, bernarda, virginia, ubalda, farfallina, tana, certosina, micia, morositas, passerina…». Nessun autore che scrive storie erotiche si farebbe tanti problemi nel descrivere le parti del corpo, maschili e femminili. Credetemi, davvero. Voglio dire, persino Melissa P è più originale in proposito.
Ma i problemi di questo romanzo non si fermano qui. È proprio tutto l’impianto in sé che fa pena. Quando l’ho aperto e ho letto le prime pagine, ho seriamente creduto che a scriverlo fosse una sedicenne in calore e ho dovuto rileggere tre volte l’articolo per capacitarmi che l’autrice è una donna che lavora in televisione, mamma di due figli. A parte nelle scene di sesso suddette, non è normale che un autore, che parla in prima persona, debba metterci ogni due per tre le battute di quel che pensa, soprattutto se viene usato l’escamotage delle virgolette alte, mentre nel dialogo ci sono quelle uncinate, che porta a confondere gli uni con gli altri, quando c’è un botta e risposta veloce o quando i pensieri sono talmente inutili che ti fanno soltanto cadere le braccia.
Ma non è soltanto questo. Partiamo dall’incipit, per esempio. La prima scena corre troppo veloce per i miei gusti: nel giro del primo capitolo, lui già vorrebbe farsela (fottersela, per usare il lessico altamente da scaricatore di porto di mr Grey); però poi per ingranare (tradotto: per avere la prima scena di sesso) dobbiamo aspettare più di 100 pagine; e per avere la prima scena più sadomaso (?) che tanto piace alle casalinghe disperate, si deve arrivare a metà libro.
Per non parlare del finale (ok, non proprio finale-finale, visto ci sono altri due romanzi), che l’ho visto molto buttato lì, tanto per: fino a dieci pagine prima, fate sesso allegramente; poi, lui ti fa provare – su tua esplicita richiesta, visto che lui aveva specificato che, se non volevi, lui non l’avrebbe fatto – una vera sculacciata e tu, che fai? Piangi, ti disperi, dici che non volete le stesse cose, che devi lasciarlo. Cavoli, è dall’inizio del libro che ti sta dicendo che è l’unico modo d’amare che conosce! Praticamente, che fosse stato messo in quel punto o cento pagine prima, sarebbe stato uguale, anche perché è dalla prima volta che succede, che questa continua ad aver paura che lui la picchi ancora, con i suoi «Oddio, è arrabbiato?» «Oddio, adesso mi picchierà!», che mi hanno fatto incavolare ancora di più, perché una donna che si definisce indipendente e forte, non può permettere che un uomo le faccia una simile tortura psicologica. E il fatto che una storia del genere l’abbia scritta una donna, mi irrita ancora di più): non potevi pensarci prima, invece di farci subire tante boiate inutili? Non c’è climax, non c’è attesa, non c’è niente.
Sì, ma a parte ‘sti due che trombano, che altro succede?, si chiederebbe la maggior parte della gente. Niente. Ci vengono presentati gli altri personaggi, che sono macchiette senza personalità (tranne Kate, l’amica di Ana, che sembra un po’ più utile al mondo) e assistiamo ai tristissimi dialoghi dei due protagonisti, intorno al famoso contratto (in cui viene specificato cosa lui può farle e quali sono i Limiti), al fatto che lui non vuole che lei la tocchi (il cui motivo ci verrà spiegato nei prossimi libri – e su cui mi sono fatta un’idea, ma che non credo andrò mai a verificare), al fatto che lei mangia poco, mentre lui vuole che s’ingozzi (perché lui da piccolo ha sofferto la fame), ai mille regali costosissimi che lui le fa e che lei non vuole (perché non li dà a me, ‘sta cretina?) e, ovviamente, ai film mentali di lei, che ogni singolo minuto si chiede perché un tipo –issimo come lui abbia scelto proprio lei (e, credimi Ana, ce lo stiamo chiedendo pure noi!), al fatto che lei lo desidera, lo ama, ci tiene a lui, mentre lui – ne è convinta – no (nonostante lui le ripeta che l’adori, che vuole stare con lei e che tutti – e sottolineo la parola TUTTI – le dicano che si vede che lui la ama. Ora, va bene l’autostima sotto i piedi, ma qui è questione che sei cerebrolesa forte), ai suoi continui (a parte «Oddio, ora mi picchia», «Oddio è arrabbiato» di cui sopra) «Oddio, il cappotto di Christian Grey», «Il piede di Christian Grey», «L’unghia di Christian Grey», «Oddio, Christian Grey vuole pranzare con me». Cioè, capisco che il fatto che ti trovi davanti a un pezzo grosso, pure – issimo, ti metta in soggezione, ma, soprattutto dopo che ti ha scopata (citazione letterale e dotta di mr Grey) una decina di volte, comincia ad essere un tantino irritante.
E basta. Minimo plot (se un amico che ci prova, un colloquio di lavoro di qualche pagina e un viaggio a trovare sua madre in Georgia – dove arriva pure lui e, ovviamente, la serata si conclude con loro due nudi nella vasca da bagno – può essere definito tale), minima evoluzione dei personaggi (lui che ammette che, per lei, può provare ad immaginare una relazione diversa da un semplice rapporto sadomaso e che, sì! Lui ha seri problemi dovuti a dei traumi che non ci dice, però, sì, lo ammette e lo sa!) e minima, se non nulla descrizione dei personaggi: e ho capito che lui è bellissimo; e ho capito che ha gli occhi grigi: ma che altro? Essendo in un romanzo che vorrebbe essere erotico direi che una descrizione un tantino più dettagliata di lui ci starebbe. Vuoi lasciarmi ampia libertà di immaginarmi chi preferisco? D’accordo. E gli altri personaggi? Pure quelli me li devo immaginare io, perché fa più erotico? No, la spiegazione è molto semplice: questa, ricordiamolo, è una fan fiction di Twilight; basta immaginarsi i personaggi della storia originale, per poter continuare la lettura. E, quando pubblichi una fan fiction, è giusto che sia così; ma quando la storia viene presentata ad una casa editrice e diventa un romanzo, beh, dovresti renderti conto che un lettore deve poter vedere i personaggi, deve sentirli vicini, in qualche modo. E se non sei capace di creare personaggi reali, che abbiano una storia, evita di pubblicare, che è meglio.
Per concludere (perché sì, concludo, anche se avrei molto altro da dire)? Donne sessualmente frustrate o che volete semplicemente divertirvi a leggere storie erotiche, credetemi: on line ne potete trovare un sacco, di storie con scene di sesso (normale, BDSM, etero, omosessuale, a due, a tre, a dieci, a cento) scritte meglio, e con trame molto più interessanti (ma anche senza trama, per il solo gusto di descrivere la scena in sé). Completamente gratis.

7 Risposte a “50 schifezze di grigio”

  1. In effetti, ragionandoci, l’AU è anche un po’ necessario in questi casi. Se no si scade nel rischio plagio. Però il resto… (facepalm)

  2. Ma LOL per il sadomaso sculaccione! XD
    Insomma, un altro tassello del mosaico che cerca di rispondere alla domanda: le fanfiction e la narrativa sono effettivamente sovrapponibili? Mi pare che la risposta tenda decisamente verso il no. Non fa niente che il pubblico di lettrici magari non sia molto diverso: mi pare che, tutto sommato, cambi la sua aspettativa verso ciò che legge. E mi pare che anche i meccanismi narrativi siano irrimediabilmente diversi, in qualche modo. Non saprei identificare quali, ma di fatto fanfiction che in un archivio sarebbero più che dignitose, sulla carta diventano un meh.
    Questo in generale. Nello specifico, che questa storia qui abbia raggranellato tanto successo rimane il più grande WTF del mese, perché francamente anche in forma di fanfiction non mi sembra particolarmente ben congegnata. Così a naso mi pare un AU condito con OOC, self insertion dal retrogusto marysuesco.

    1. Anche io mi sto ponendo la stessa domanda. Secondo me è perché la gente non riesce a discernere bene le due cose: quando si crea dal nulla il personaggio, è facile modellarlo; quando invece già esiste, si tende a restare ciechi di fronte a quegli elementi che mancano, ma che secondo l’autore, invece, ci sono (come la descrizione del personaggio, in questo caso). Fossi in loro – o almeno, così farei se dovesse capitare – prima di mandare il mio romanzo in casa editrice, lo farei leggere a qualcuno che non conosce il fandom, magari che è un critico abbastanza severo, per capire se è comprensibile da tutti oppure no.
      Anche io penso che anche come ff faccia schifo. A me piacciono molto gli AU, in genere, ma ovviamente dipende da cosa mi trovo davanti. La protagonista è Bella fatta e finita – con tutte le pare e le ripetizioni aggiunte – mentre, sì, Edward, per quanto straricco e geloso, non farebbe mai niente del genere a Bella – ma anche a nessun’altra. Uno che, prima di farlo, vuole sposarsi? Impossibile.

  3. Mi ha fatta morir dal ridere la digressione sui sinonimi da usarsi per indicare l’area genitale 😀
    E in effetti mi ha anche fatta “riflettere”…
    Nel senso: di romanzi simili, con scene di sesso, ne ho letti solo due; uno era una specie di Harmony che avevo vinto a un banco di beneficienza, e un altro era di fatto un Harmony ripubblicato in Italia sottoforma di giallo storico .____.
    Vabbeh.
    Comunque, in tutti e due questi romanzi c’erano ‘sti tipi che periodicamente facevano sesso, e in entrambe i casi io sono MORTA DAL RIDERE a causa delle perifrasi che ‘sti pazzi usavano per descrivere i genitali e l’atto in sè. Ma robe folli: per i maschi, usavano il termine “lunga virilità distesa” (pppffftt!), per le femmine, “globoso centro pulsante della sua femminilità” (???).
    (Globoso? O.o)
    (Pulsante? O.o)
    (Ma che è? O.o)

    A un certo punto, veramente, c’erano ‘sti due tipi del romanzo che facevano cose turche con i loro globosi centri pulsanti, in una scena che, suppongo, nelle intenzioni dell’autrice avrebbe anche voluto esser erotica…
    …e io ero letteralmente con le lacrime agli occhi per le risate, cercando disperatamente di andare avanti.

    Dopo questa mia testimonianza, ti senti ancora di criticare il “mi toccò lì”? :-DD

  4. Grazie ancora per avermi citata, sono onorata! Concordo in pieno su quanto hai detto, e aggiungo che di Christian Grey si sa che sa fare un milione di cose (pilotare elicotteri, deltaplani e quant’altro, suonare il piano, cucinare) ovviamente tutte alla perfezione, e che il suo unico difetto sembra essere quello di non saper raccontare le barzellette. Mentre Anastasia ama il Twinings (è l’unica cosa di sé che dica a Grey, e si stupisce perché lui se ne ricorda). Ecco l’introspezione.

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